Proteggersi dal terremoto

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"Proteggersi dal terremoto: tecniche e metodi nella nuova normativa antisismica": è la conferenza promossa dal Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste per lunedì 3 ottobre alla Sala Baroncini delle Assicurazioni Generali, in via Trento 8. La conferenza, con il prof. Giuliano Panza e l'introduzione del prof. Sergio Invernizzi dell'Università di Trieste, inizierà alle ore 17.45. L'ingresso è libero.

Trieste è generalmente ritenuta a minimo rischio sismico. Ma, secondo alcuni studi, è possibile che un terremoto, che sviluppi un'onda di maremoto, possa arrecare dei danni molto significativi al territorio. Gli studi temono infatti il ripetersi di quanto accadde il 26 marzo 1511, quando un sisma (avvenuto probabilmente nella zona di Idria) fu accompagnato da un maremoto che, secondo fonti storiche attendibili, costrinse la popolazione di Trieste "a mettersi in salvo nella parte alta della città". Il maremoto toccò anche Venezia, dove le onde raggiunsero i tre metri d'altezza, durando una decina di minuti. Trieste allora contava solo 9000 abitanti, e si sviluppava sui pendii verso l'altipiano carsico; di conseguenza poche sono le notizie pervenute sui danni subiti all'epoca. Cosa, questa, che portò poi a ritenere trascurabile il rischio di un maremoto a Trieste.

Ma oggi le simulazioni dimostrano che un terremoto che si sviluppi nell'entroterra può generare un maremoto con onde superiori al metro. Il dato preoccupante è che ora Trieste è ben più urbanizzata rispetto al 1500, e che la città si sviluppa su molte aree pianeggianti sulla riva del mare. Quindi un maremoto di un metro di altezza e dalla durata di alcuni minuti avrebbe oggi degli effetti disastrosi, anche alla luce di quanto avvenuto in Indonesia nel dicembre del 2004 e a New Orleans l'agosto scorso.

La pericolosità sismica a Trieste costituisce quindi un prob! lema ben più grave di quanto comunemente si pensi, che andrebbe affrontato con un'adeguata politica di prevenzione. Perchè, come sostiene anche il segretario dell'ONU Kofi Annan: "Costruire una cultura della prevenzione non è facile. Mentre i costi della prevenzione devono essere pagati nel presente, i benefici si vedranno in un lontano futuro. Inoltre, i vantaggi non sono tangibili; essi sono i disastri che non sono avvenuti".

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