Mostra di poesie e dipinti "Città d'argilla"

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Venerdì 15 aprile 2005 si inaugura, in internet, presso la galleria d'arte virtuale www.anforah.artenetwork.net, la mostra di poesie e dipinti "Città d'argilla" dei poeti Fedele Boffoli e Walter Curini con illustrazioni dell'artista triestino Giuliano Comelli.

L'esposizione, inserita nel programma Webartmagazine-anforah, (progetto nazionale, patrocinato dal Comune di Trieste, per il sostegno dei giovani artisti e la riscoperta del valore dell'arte attraverso luoghi e culture dell'antichità) resterà attiva un mese, promovendo in rete l'immagine di alcune emblematiche città medio-orientali, teatro in passato di significative vicende dell'umanità.

Riportiamo, a riguardo, alcune considerazioni sulla rassegna a cura dei critici - d'arte e letteratura - Eraldo Di Vita e Roberta Facchini, curatori dell'evento:

""E' attraverso città del mito e della storia, come Palmira, Samarcanda, Petra, e altre culle di civiltà millenarie, Orienti complementari e magari fondanti del nostro Occidente, che si snoda il viaggio letterario di Fedele Boffoli, barese, 1964, pittore e poeta, e Walter Curini, insegnante di filosofia e poeta, nato a Teramo nel 1952. I due autori, forse anche sulla spinta del loro approdo a Trieste, porta levantino-balcanica, in cui oggi risiedono e lavorano, hanno voluto con questa iniziativa, come dice lo stesso Boffoli, "riscoprire il senso di una memoria universale intatta e inalterata dallo scorrere del tempo". In questo vagabondaggio sulla carta essi si sono confrontati sia con paesaggi di intensa bellezza, che potrebbero interessare riviste di viaggi e d'archeologia, sia con una dimensione storica e filosofica-religiosa in linea con la valorizzazione di luoghi e culture dell'antichità, che l'Unesco da decenni porta avanti. E' nata così Città d'argilla, una raccolta di liriche altamente suggestive, una scelta delle quali confluirà fra breve in una pubblicazione più vasta intitolata Il Resto, alla cui realizzazione oltre a Boffoli e Curini parteciperanno anche il poeta Franco Naglein e gli illustratori Francesco Mignacca e Grazia Semeraro.

Tanto le poesie di Boffoli quanto quelle di Curini sono caratterizzate dall'essenzialità di versi brevi, capaci di ricreare atmosfere fatte di colori vibranti, come il rosso della sabbia del deserto, il verde e il giallo delle moschee, l'occhio di lapislazzuli di Ebla città-regina, nonché di pause forti, insistite, atte ad evocare il silenzio di un mondo lontano dai frastuoni dell'Occidente. In questa dimensione lirica, colpisce specialmente l'assenza delle voci degli uomini, del frastuono dei suk orientali, sacrificati per potenziare l'eternità silente di una grandezza passata eppure portatrice di un universale-umano tuttora vivo [...]. - Roberta Facchini""

""Le poesie di Boffoli e Curini sono illustrate dai tenui acquerelli dell'amico Comelli, che esplorano e individuano con esattezza il romanticismo dei due poeti.
Comelli dipinge con leggere velature di colore prediligendo l'acquerello, dove dominano l'azzurro e il giallo (cielo e terra), tagliato da finissime linee rette che dividono l'opera in piani di luce ed ombra e dove le atmosfere rarefatte e incantate attraggono l'occhio e lo incantano.
Le architetture delle sue Città d'argilla hanno una struttura scarna e geometrica, così da diventare note fuggevoli, come le musiche di Bach.
Per la loro leggerezza questi acquerelli avrebbero voluto dipingerli Klee o Feininger (Petra, Ebla, Palmira, Zaratustra), mentre l'architettura metafisica di Samarcanda avrebbe suscitato l'invidia di De Chirico, con quella fontana in mezzo alla piazza, che invece di acqua sembra spruzzare note musicali. - Eraldo Di Vita"".

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