Claudio Ambrosini: Attimi Relativi

Notizia inserita il 13/05/2008

Claudio Ambrosini
ATTIMI RELATIVI

spartiti, grafismi musicali, compressioni, installazioni,
performances, videotapes 1969-1979

16 maggio > 18 agosto 2008

Claudio Ambrosini, compositore e direttore d'orchestra veneziano, classe 1948, ha una densissima carriera musicale internazionale che nel 2007 viene coronata alla Biennale Musica di Venezia con l'attribuzione del Leone d'oro alla musica del presente. La sua opera "Plurimo (per Emilio Vedova)" è scelta dalla giuria internazionale della 51. Festival Internazionale di Musica Contemporanea con la motivazione che il brano musicale è riuscito a "esprimere in maniera originale la memoria di Emilio Vedova" e "impressiona per la grande capacità di trattamento dell'orchestra e, volendolo dire con le parole di Emilio Vedova, per la fluidità, la forma mobile e la liquidità della composizione."

Riconosciuto oggi tra le più originali e innovative personalità della musica contemporanea italiana, Claudio Ambrosini ha legami con l'arte visiva molto stretti, come questo recente originale omaggio musicale al grande artista informale suo concittadino ci indica e come vedremo nella mostra che ora gli dedica a Trieste l'Associazione l'Officina e Trieste Contemporanea e che si inaugura, alla presenza dell'artista, venerdì 16 maggio alle 18.30 allo Studio Tommaseo (Trieste, via del Monte 2/1).

"Ho conosciuto Emilio Vedova in giovane età - racconta Ambrosini sulle pagine del sito della Biennale - essendo mio padre, anch'egli pittore, suo sodale all'inizio del loro cammino artistico. Poco più che adolescente poi, nel 1972, avevo fondato un gruppo di teatro musicale multimediale - il 'Teatro Plurimo' - che riecheggiava, nel nome, i lavori di Emilio. 'Plurimo', per due pianoforti e grande orchestra, è uno studio sul controllo dell'energia allo stato di incandescenza, di 'lava', e sulla dimensione opposta (e forse meno palese): la forma mobile, la fluidità, la liquidità".

L'idea di energia liquida e di subitaneo accadere musicale è da sempre motivo centrale di ricerca di questo musicista: lo si può affermare con certezza a posteriori, dopo, ad esempio, la sua 'Big Bang Circus, Piccola storia dell'Universo' (2001/2002), opera in due tempi per quattro voci, attore, sedici strumentisti e elettronica, ma anche già dopo lo straordinario concerto-performance per vetro e acqua del 1996 che nella Basilica di San Marco fungeva, alla presenza del presidente Scalfaro, da motivo collettore ad un inedito evento di connubio musicale tra cattolici, ortodossi, ebrei e musulmani. Ma questa 'liquidità' può anche essere presa come efficace immagine del compenetrarsi di diversi interessi disciplinari che rendono Ambrosini un musicista anomalo.

Aggiungiamo qualche notizia: anche suo nonno era un artista, uno scultore; suo padre era coinvolto assieme a Mario De Luigi nel movimento spazialista veneziano; da ragazzo Ambrosini era appassionato di fotografia. Dopo aver composto e messo in scena nel 1970 'The Arid Land', da T. S. Eliot, la prima opera pop italiana, incisa su Long Playing dalla CBS e replicata più volte dai gruppi 'Venetian Power' e 'Teatro Plurimo' da lui fondati (più tardi, detto per inciso, nel 1979, fonderà e dirigerà anche l'Ex Novo Ensemble, tuttora gruppo italiano di punta nell'esecuzione della musica contemporanea), Claudio Ambrosini indaga consonanza e dissonanza e serialità e aleatorietà immergendo la musica nelle nuove frontiere della sintesi elettronica.

Tutto ciò, se pur succintamente descritto, ci fa comprendere che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta le sperimentazioni di Ambrosini potevano essere accettate con più entusiasmo negli ambienti dell'avanguardia artistica che non in quelli tradizionali, per non dire conservativi, della musica italiana.

Ecco allora che per un intenso decennio (al periodo 1969-1979 è dedicata la mostra triestina) l'ambiente della sua formazione artistica è soprattutto extra-musicale.

Sono gli anni della sperimentazione in fotografia, dell'arte concettuale e dello happening, dell'interesse del pubblico delle gallerie d'arte per le performance. Inoltre, nata per la facile usabilità dei primi portpack messi sul mercato dalla Ampex e dalla Sony e definitivamente entrati nell'armamentario strumentale degli artisti nel 1965 con la celebre ripresa di Nam June Paik della processione di Papa Paolo VI per le strade di New York, la video arte scoppia letteralmente, anche in Italia, attorno ai due unici centri attrattori italiani, in stretto collegamento tra loro, della Galleria del Cavallino di Venezia e di Art/Tapes/22 di Firenze che rischiano assoldando anche giovani artisti sconosciuti come Bill Viola...

In questo periodo Ambrosini è artista visivo a tutto tondo e molto prolifico. Ha una intensa attività espositiva e performativa, internazionale.

Alcuni suoi spartiti, grafismi musicali, compressioni, installazioni, performances, videotapes, audaci opere visive nel panorama italiano dell'arte contemporanea, sono ora riproposti a Trieste. Essi fanno parte di un compatto corpus di studi visivi parallelo alla ricerca musicale, improntata in quegli anni alla sperimentazione degli "attimi relativi", fulminei magmi sonori che duravano un istante. Attimi relativi è dunque anche il titolo della mostra triestina curata da Giuliana Carbi.

Rivedremo una selezione di video, scelti nella ventina di video d'artista di impronta concettuale realizzati tra il 1976 e il 1979 e incentrati sul corto circuito che un'azione sonora pensata per il video poteva generare dentro agli elementi stessi del linguaggio video, ancora in piena sperimentazione. Vedremo lavori su carta e fotografie che hanno per protagonista la musica, sia come modalità di notazione che come trascrizione di vibrazione sonora. Discuteremo con l'artista i progetti per l' azione 'Solo/Tutti, per strumenti e circuito audiovisivo, con direttore d'ascolto' (1973-74), in cui compare un direttore 'aggiuntivo' che indica agli ascoltatori dove indirizzare l'attenzione, e per il complesso environment con tracce di percorso e pensiero 'La Camera di Chopin e George Sand a Maiorca' (1975). Ritroveremo molto interessanti a distanza storica le carte intitolate Compressioni, lavori vicini ad una pratica scultorea, come dice l'artista stesso in una bella intervista rilasciata l'anno scorso per il catalogo della mostra "Una generazione intermedia. Percorsi artistici a Venezia negli anni '70" al Canziani di Mestre, a cura di Riccardo Caldura: "nodi come resti immaginari di una musica perduta, quasi calcificazioni che affiorano su una traccia, ormai pressoché invisibile, di rigo musicale".

La mostra si potrà visitare dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20 fino al 18 agosto.

Claudio Ambrosini
ATTIMI RELATIVI

spartiti, grafismi musicali, compressioni, installazioni,
performances, videotapes 1969-1979

16 maggio > 18 agosto 2008

una produzione L'Officina e Trieste Contemporanea
con l'adesione della Casa dell'Arte di Trieste
con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

a cura di Giuliana Carbi

inaugurazione venerdì 16 maggio, ore 18,30
orario dal lunedì al sabato 17- 20, ingresso libero

Studio Tommaseo
Istituto per la documentazione e la diffusione delle arti
34121 Trieste, via del Monte 2/1
www.triestecontemporanea.it
tel. 040 639187,

CLAUDIO AMBROSINI
nato a Venezia nel 1948

A. BIOGRAFIA MUSICALE

Claudio Ambrosini, compositore veneziano. Dopo gli studi liceali classici e quelli presso il Conservatorio di Venezia, si è laureato in Lingue e Letterature Straniere e in Storia della Musica. Incontri importanti: Bruno Maderna e Luigi Nono.

Ha composto lavori vocali, strumentali, elettronici, opere liriche, radiofoniche, oratori e balletti, caratterizzati dagli esiti di una ricerca strumentale e stilistica personali, ricevendo numerosi riconoscimenti e partecipando alle principali rassegne internazionali, come il Festival di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, di Strasbourg, Bruxelles, Helsinki, Huddersfield, Lyon, Stockolm, Vancouver, Montreal, Avignon, Stanford, New York, Chicago, Los Angeles, Sidney, Ludwigsburg, Viitasaari e altri.

Ha inoltre ripetutamente ricevuto commissioni da istituzioni come la RAI, La Biennale di Venezia, la WDR di Colonia, il Ministero della Cultura francese, l'Orchestra Scarlatti di Napoli, il Festival delle Nazioni, Milano Musica, Grame.

Le sue musiche sono state dirette, tra gli altri, da Riccardo Muti, D. Masson, S. A. Reck, Ed Spanjaard, J. Störgards, P.-A. Valade nei programmi dell'IRCAM di Parigi, della Scala di Milano, delle Fondazioni Gulbenkian di Lisbona e Gaudeamus di Amsterdam, del Mozarteum di Salisburgo, della Akademie der Künste di Berlino; della Stagione dei Münchener Philharmoniker, di "Perspectives du XX siècle" di Radio France, all'Autunno Musicale di Varsavia, al Maggio Musicale Fiorentino ecc.

Nel 1977 inizia ad occuparsi attivamente di computer music presso il Centro di Sonologia Computazionale dell'Università di Padova.

Dal 1979 dirige l' Ex novo Ensemble, e dal 1983 il CIRS, Centro Internazionale per la Ricerca Strumentale, che ha entrambi fondato a Venezia.

Nel 1985 è stato il primo musicista non francese ad essere insignito del Prix de Rome e a soggiornare a Villa Medici, l'Accademia di Francia a Roma. Ancora nel 1985 è stato scelto da una commissione internazionale a rappresentare l'Italia alle celebrazioni dell'Anno Europeo della Musica e nel 1986 alla Tribuna Internazionale dei Compositori dell'UNESCO.

Nel 2007 ha vinto il Leone d'Oro per la Musica della Biennale di Venezia.

Tra le sue composizioni recenti ricordiamo Plurimo (per Emilio Vedova) (2007) concerto per due pianoforti e grande orchestra, commissione della Biennale di Venezia, premiato con il Leone d'Oro; Tocar (2006), concerto per pianoforte e orchestra, commissione dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI e la trilogia operistica: Big Bang Circus (2001), opera commissionata dalla Biennale di Venezia e dall'UNESCO; Il canto della pelle (Sex Unlimited) (2005), commissionata dal Ministero della Cultura francese, e Il giudizio universale (1996), commissionata dal Festival delle Nazioni. La Passione secondo Marco (1999-2000), commissionata dall'Accademia Filarmonica Romana e da RAITre in occasione del Giubileo; Canzon XIII, Canzon I, Sonata XIX (1998), trascrizioni per grande orchestra da Giovanni Gabrieli, eseguite alla Scala con la direzione di Riccardo Muti; Pandora librante (1997), balletto lirico-sinfonico in due atti per soprano, mezzosoprano e orchestra, ispirato all'opera di Italo Calvino; Frammenti d'acque (1996), drammaturgia sonora in sette stazioni commissionata in memoria delle alluvioni di Venezia e Firenze del 1966; Orfeo, l'ennesimo (1984), opera commissionata dall'Aterforum; Le cahier perdu de Casanova (1998), opera-balletto su libretto proprio; Proverbs of hell (1990-1991), cantata per soli, pianoforte, percussione, coro e grande orchestra, commissionata dalla RAI; Susanna (1995/96), oratorio per soli, piccolo coro e insieme di strumenti antichi, commissionato dal Ministère de la Culture francese.

B. BIOGRAFIA ARTISTICA

Probabilmente stimolato dall'ambiente familiare (il padre era pittore, il nonno materno era scultore) si avvicina inizialmente alla scultura e alla fotografia, per dedicarsi poi, dall'adolescenza, allo studio della musica e alla composizione. Alla fine degli anni '60 realizza i suoi primi spettacoli al Teatro Unversitario di Ca' Foscari (ALICE, fiaba-esempio ad uso domestico, 1969) e poi al Teatro di Palazzo Grassi di Venezia.

Nel 1970 compone e mette in scena The Arid Land, da T. S. Eliot, prima opera pop italiana, incisa su Long Playing dalla CBS e replicata più volte dai gruppi Venetian Power e Teatro Plurimo, entrambi fondati da Ambrosini nel 1971. Nel 1972 realizza alcuni eventi nello spazio urbano e destinati ad un largo pubblico, tra cui la Festa delle Luci in Canal Grande.

Conclusa l'esperienza del Teatro Plurimo, Ambrosini comincia a presentare i suoi lavori multimediali negli spazi d'arte, come la Galleria del Cavallino di Venezia dove, tra il 1976 e il 1979 realizza più di venti videotapes.

Dal 1979 si è dedicato principalmente alla composizione musicale, scrivendo opere liriche, sinfoniche, balletti, musiche da camera ed elettroniche con le quali ha partecipato alle principali rassegne internazionali ed ha ottenuto numerosi riconoscimenti.

Nel 1985 ha ricevuto dall'Accademia di Francia il Prix de Rome, per la prima volta conferito ad un musicista non francese. Nel 1986 è stato selezionato a rappresentare l'Italia nella Tribuna Internazionale dei Compositori dell'UNESCO.

Nel 2007 ha vinto il Leone d'Oro per la Musica della Biennale di Venezia.

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