Dino PREDONZANI - Sogni di mare e di terra

Stai visualizzando una notizia archiviata. Eventuali date presenti in questa pagina possono far riferimento ad anni passati. Per le notizie correnti vai all'Home Page.

Inaugurazione 22 dicembre 2005 ore 18

23 dicembre 2005 - 28 febbraio 2006
Museo Revoltella, via Diaz 27, Trieste

DOMENICO (DINO) PREDONZANI (Capodistria, 16 febbraio 1914 - Trieste 18 aprile 1994), pittore di origine istriana, nato a Capodistria, costituisce una delle figure più interessanti e forse meno sondate nell'ambito dell'arte giuliana del secondo dopoguerra. Predonzani non è stato solo un pittore aperto alla ricerca e ai nuovi linguaggi, sperimentatore di tecniche e materie, è stato anche finissimo disegnatore, incisore, decoratore per le navi di linea, annoverato tra i fondatori e gli insegnanti dell'Istituto Statale d'Arte di Trieste, sorto nel 1955. Sin dagli esordi, negli anni Trenta, si è dedicato all'affresco, al mosaico, alle arti applicate.

Dino Predonzani si pone come un artista particolare, complesso, problematico. Tra tutti gli artisti vissuti e attivi a Trieste nel cinquantennio, tormentato e cruciale, tra la fine degli anni trenta e gli anni settanta del Novecento, sembra il più vicino alle tensioni esistenziali di certa lirica del Novecento, Montale innanzitutto. A tale vena lirica lo accomuna il senso di incolmabile solitudine che il trauma della guerra ha sollevato e il periodo postbellico non ha mai placato, l'intima consapevolezza del 'male di vivere', del dolore dell'uomo e della sua costante ricerca di uno spiraglio d'uscita tra i grovigli che lo avviluppano e le barriere che lo ostacolano, una via di salvezza che i poeti trovano nella parola e un pittore come Predonzani trova soprattutto nelle varie espressioni della sua arte.

Il percorso pittorico e decorativo di Dino Predonzani, guidato sempre dall'inclinazione alla sintesi e all'universale, si sviluppa attraverso due esperienze fondamentali: la pittura in qualità di espressione lirica e privata, dell'intimo, dell'animo, della mente e del sogno; la decorazione, in particolare quella delle navi passeggeri, condotta per oltre venti anni, avviata con i progetti monumentali e le tecniche tradizionali degli esordi (affresco e mosaico), continuata con la decorazione sulle navi, ma anche con le decorazioni di terra, interventi all'interno di edifici di culto e scenografie per alcune opere teatrali.

Al pittore capodistriano viene ora dedicata al Museo Revoltella di Trieste, a partire dal 23 dicembre 2005, la prima mostra antologica che si propone di sondare tutta la vasta e ramificata attività dell'artista, riunendo non solo oltre un centinaio di opere pittoriche e grafiche, ma anche un nucleo assai cospicuo e importante, in gran parte inedito, delle opere di decorazione navale, che occupano l'intera area del soppalco del Museo. Tra le opere inedite, mai viste a Trieste, si collocano anche alcuni lavori degli esordi: lo straordinario cartone esecutivo per l'affresco Attesa ai ludi sportivi, con cui Predonzani, giovanissimo, vinse il concorso per l'affresco alla XXI Biennale d'Arte di Venezia del 1938 e i bozzetti policromi (tempera su tavola) dedicati all'Apoteosi di Roma , eseguiti nel 1940 e suddivisi in due serie di quattro, con cui fu ammesso alla selezioni di primo e secondo grado del concorso per la decorazione in mosaico del Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi (arch. Adalberto Libera), a Roma, in occasione della celebre, e mai realizzata, Esposizione Universale del 1942, nota come E42.

La mostra, curata da Luisa Crusvar con la collaborazione di Natasha Pulitzer, crea un percorso che include tutte le fasi e le svolte fondamentali nell'attività di Dino Predonzani. L'ampio catalogo di Luisa Crusvar propone vari testi e testimonianze, corredate da un vastissimo e inedito apparato iconografico (ed. Museo Revoltella, 2005; testi di Luisa Crusvar, Giulio Montenero, Livio Schiozzi, Serena Paganini, Natasha Pulitzer, progetto grafico: Polystudio di Francesco Messina). L'allestimento della mostra è a cura dell'arch. Natasha Pulitzer e Synergia, Vicenza. Gran parte delle opere proviene dall'Archivio privato dell'artista, conservato dagli eredi, in particolare Lia Brautti, che lo hanno messo a completa disposizione per la mostra. La mostra è arricchita e completata da un suggestivo filmato realizzato da Francesco Montenero, che rivela la dimensione più intima e privata dell'artista: le origini, la natia Capodistria, la famiglia, le suggestioni dei luoghi conosciuti e frequentati (l'Adriatico e il Carso, il vento, le rocce, la campagna, le erbe e le piante), gli esordi alla Biennale, il preannuncio della guerra, il trauma bellico, il dopoguerra, di nuovo le suggestioni delle spiagge desolate, le piane desertiche e il mare, il lavoro sulle navi, e soprattutto la casa d'abitazione e lo studio del pittore, osservati e inquadrati negli scorci, aspetti, dettagli più significativi.

Tutti gli eventi e comunicati della sezione 'Libri, Arte e Cultura'.

Hai trovato utile questa pagina? Condividila!

+