Sono interessato all'alimentazione vegetariana, ma non me la sento di cambiare abitudini da un giorno all'altro. Non è possibile iniziare con l'abolizione degli allevamenti intensivi?
Chi non se la sente di cambiare abitudini da un giorno all'altro può iniziare col ridurre il più possibiie il consumo di carne e nel frattempo informarsi sulla dieta vegatariana. Noi consigliamo il CD-ROM o il libretto "Sai Cosa Mangi?" per la sua completezza. [ www.saicosamangi.info ]
L'abolizione degli allevamenti intensivi in favore di allevamenti estensivi (con gli animali liberi di muoversi e di interagire tra loro) non può essere considerata un inizio, per vari motivi.
L'abolizione degli allevamenti intensivi è qualcosa su cui difficilmente il singolo cittadino, o gruppi di cittadini hanno possibilità di intervento. Se vogliamo aiutare gli animali e tutti gli esseri umani che muoiono di fame occorre inizare dalle azioni che ciascuno di noi può compiere ogni giorno e non demandarle ad altri.
Il passaggio da allevamenti intensivi ad allevamenti estensivi non cambierebbe il fatto che gli animali vengono uccisi per soddisfare la nostra gola, nè che vengano alimentati con cibo che viene portato via ai paesi del terzo mondo. Pertanto sarebbe un miglioramento, ma non scalfirebbe minimamente il problema di fondo: la morte e la sofferenza di esseri viventi, umani e non.
Il passaggio da allevementi intensivi ad estensivi è assolutamente impossibile: semplicemente il nostro pianeta non è abbastanza grande. La popolazione di bovini è superiore a quelle umana; i fautori degli allevamenti estensivi (certi politici e certe grandi associazioni animaliste) dovrebbero spiegare dove pensano di sistemare gli oltre 6 miliardi di mucche e le altre decine di miliardi di animali.
Anche una riduzione del consumo di carne non risolverebbe il problema: immaginiamo che tutti diminuissero il loro consumo di carne dell'80%. In pratica chi mangia carne (compresi ovviamente pesce, salumi ecc.) ogni giorno dovrebbe mangiarla 1 giorno su 5. Chi la mangia 1 volta la settimana dovrebbe ridurre a 1 volta ogni 5 settimane. Immaginiamo inoltre che per favorire il benessere degli animali tutti decidessero di chiedere ai produttori di non ridurre il numero di allevamenti ma di ridistribuire lo spazio tra il minor numero di animali. Ovviamente il costo della carne aumenterebbe di circa 5 volte. Una simile riduzione dei consumi di carne, insieme alla decisione di pagare la carne 5 volte tanto, portata avanti da tutti gli abitanti del pianeta, darebbe agli animali uno spazio 5 volte superiore, quindi potrebbero sdraiarsi, e fare qualche passo, ma ancora niente di lontanamente paragonabile ad un allevamento estensivo.
Con questo non vogliamo dire che ridurre il consumo di carne sia inutile. Al contrario! Chiunque dimezzi il consumo di carne dimezza il numero di animali che vengono uccisi per la sua alimentazione. Ma non cambia in alcun modo le condizioni degli animali negli allevamenti intensivi.
Quello degli allevamenti intensivi è un cavallo di battaglia di alcuni politici e alcune associazioni animaliste che mirano a raccogliere voti e vendere tessere, spostando l'attenzione da quello che potete fare voi a quello che affermano di poter fare loro. Ma noi non vi diciamo per chi votare, o a chi dare i vostri soldi. Semplicemente vi invitiamo a riflettere su come sia facile con piccole azioni quotidiane, salvare numerose vite.
Se tenete agli animali, alle popolazioni più povere, alla salvaguardia del pianeta e alla vostra salute, iniziate per lo meno a ridurre il consumo di carne, puntando ad un'alimentazione vegetariana.
Sono interessato all'alimentazione vegetariana, ma non me la sento di cambiare abitudini da un giorno all'altro. Che ne dite dell'iniziare eliminando alimenti che comportino particolari sofferenze per gli animali, come il patè di fegato d'oca?
In effetti, sebbene tutta la carne sia prodotta con sofferenze inimmaginabili, ci sono casi particolarmente eclatanti: il patè di fegato d'oca ad esempio viene prodotto tenendo delle oche per tutta la loro vita con un imbuto in gola. La continua alimentazione forzata attraverso questo tubo ingrossa il loro fegato in modo abnorme, permettendo la produzione del famoso "patè di fegato d'oca".
Va benissimo quindi eliminare questi alimenti, occorre però chiedersi sinceramente quanto spesso li consumiamo. In tutta onestà non è possibile considerare l'eliminazione di un alimento che si mangia 1 volta l'anno, o che magari si è provato una sola volta nella vita, come un primo passo verso il vegetarismo.
Ricordiamo poi che l'uccisione dei maiali avviene sgozzandoli e spesso gettandoli ancora vivi in vasche di acqua bollente: magari non siamo ai livelli di crudeltà del patè di fegato d'oca, ma pericolosamente vicini.
Se tenete agli animali, alle popolazioni più povere, alla salvaguardia del pianeta e alla vostra salute, iniziate per lo meno a ridurre il consumo di carne, puntando ad un'alimentazione vegetariana.
Affermate che dal momento che per produrre 1 kg di proteine animali servono 15 kg di proteine vegetali, mangiando carne si sprecano risorse e si contribuisce al problema della fame nel mondo. Ma chi ci assicura che se non mangiamo carne le risorse risparmiate verranno date ai paesi in via di sviluppo?
Quelle risorse appartengono già a loro. Le terre dei paesi in via di sviluppo vengono sfruttate dai paesi più ricchi per produrre mangime per gli animali che gli stessi paesi più ricchi mangeranno.
Smettendo di mangiare carne eviterete di contribuire al problema. Ogni kg di carne che non mangiate significa 15 kg di vegetali che non vengono sottratti ai paesi in via di sviluppo. Non c'è bisogno di "regalare" loro questi 15 kg, perchè sono già loro e sono già nelle loro terre. Dobbiamo smettere di portarglieli via.
Queste sono le domande inviate dai visitatori del sito trieste.com in relazione alla Campagna Alimentazione.
Potete inviare altre domande all'indirizzo: info@trieste.com; quelle ritenute di interesse generale verranno pubblicate in questa pagina, naturalmente in forma del tutto anonima.