Notizia inserita il 9/02/2009
Il recente e triste episodio che ha visto la brutale morte di un cinghialetto all'interno dell'ospedale triestino evidenzia, ancora una volta, lo stato di totale degrado in cui versa la politica della conservazione della fauna selvatica nella nostra regione. Oramai da anni la nostra regione ha intrapreso un'unica strada per affrontare, senza peraltro risolverla, la questione dei danni derivanti dai cosiddetti animali nocivi: gli abbattimenti ovunque e comunque, come d'altro canto ha confermato l'assessore alla provincia di Trieste. Prima di invocare e predisporre gli abbattimenti, bisognerebbe studiare attentamente e scientificamente i motivi che portano gli animali, come i cinghiali, ad avvicinarsi alle città. Si capirebbe così l'inevitabile necessità di spostarsi dai loro ambienti naturali dove, nel caso specifico del Friuli Venezia Giulia, si è braccati sin dal mese di maggio. Nella provincia di Pordenone oramai da almeno cinque anni anche i cacciatori sono autorizzati ad uccidere cinghiali anche a stagione venatoria chiusa, sette giorni su sette, e pure di notte. Risultato: i danni derivanti dai cinghiali, invece di calare, risultano aumentare. Si evince la totale inutilità degli abbattimenti!! Prima di premere il grilletto, sarebbe opportuno vietare e sanzionare non solo i cittadini che nutrono i cinghiali, ma anche quei cacciatori che costantemente ed indiscriminatamente li foraggiano con abbondanza, per poi poterli agevolmente ammazzare a loro piacimento nei luoghi stessi di foraggiamento. E' evidente che così determinano comunque una sovrabbondanza di cibo e quindi un sovrannumero di animali.
Con l'occasione mi corre l'obbligo di ricordare che nella nostra regione, proprio con il pretesto di combattere la presenza dei cinghiali, è stata inventato dalla precedente giunta Illy uno strumento di tortura per cinghiali, tristemente noto con il nome di cinghialodromo, ovvero uno scellerato parco dei divertimenti per i cacciatori di cinghiali.
E quanto previsto dalla delibera della giunta regionale n. 1879 del 28.07.2006. I cinghialodromi sono recinti ove vi vengono costretti cinghiali di allevamento che passano il loro tempo a sfuggire dalle mute di cani in addestramento. Solo il pensare delle gabbie del genere significa essere totalmente indifferenti alla sofferenza degli animali che vi stanno rinchiusi; sofferenza già messa in conto nella deliberazione stessa, dove si legge che i cinghiali vengono sostituiti qualora presentino segni di sofferenza fisica e comportamentale.
Nei cinghialodromi, però, i cinghiali dovrebbero passare solo un anno (così è scritto), dopo di che, anche in questo caso, dovrebbero venire sostituiti [sic!]: è facilmente intuibile cosa si celi dietro il significato di questa parola. Il pericolo che i cinghiali possano scappare dai recinti, nonostante siano previste recinzioni munite di filo spinato e pastore elettrico, è comunque presente.
E palese che la delibera è fatta per accontentare quella frangia di cacciatori con segugi e ciò che pare scandaloso è che a suo tempo sia stata spacciata per risolvere il problema dei cinghiali nelle campagne. Ma sia a destra che a sinistra vi è un atteggiamento assodato: la fauna selvatica interessa ben poco e, per nulla, la sofferenza di un singolo esemplare; conta solo il voto di chi si diverte sparacchiando ed uccidendo!!
Alessandro Sperotto
Delegato LAC - Lega per l' Abolizione della Caccia
Sezione del Friuli Venezia Giulia
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