Notizia inserita il 28/07/2016
Sale delle collezioni classiche del Civico Museo di Storia ed Arte di Trieste: inaugurazione delle nuove sale delle collezioni cipriota, magnogreca e tarantina."
Martedì, 2 agosto 2016, alle 12.30 Civico Museo di Storia ed Arte - Orto Lapidario, Via della Cattedrale, 15 - Trieste
Il Civico Museo di Storia ed Arte - Orto Lapidario inaugura alle ore 12.30 di martedì 2 agosto 2016, presso la sua sede in via della Cattedrale 15, il nuovo allestimento delle sale dedicate alle Collezioni Cipriota, Magnogreca e Tarantina. Le collezioni formatesi nell'Ottocento e nei primi anni del Novecento hanno trovato una adeguata sistemazione nelle vetrine ottocentesche che sono state recuperate dalle sale dismesse del Museo di Storia Naturale di Palazzo Biserini in piazza Attilio Hortis. Ripulite, restaurate e con una moderna illuminazione interna, ora ospitano in un percorso ragionato, ma dall'aspetto ottocentesco, 1.100 pezzi (mentre prima ne erano visibili solo 180, esclusi del tutto i vasi ciprioti e le terrecotte tarantine).
Il Civico Museo di Storia ed Arte riunisce nella sua sede quattro anime principali che da sole potrebbero formare un museo: la collezione egizia; le raccolte romane con il lapidario; i materiali della preistoria e protostoria locale, scavati da Carlo Marchesetti nelle grotte e sui castellieri; le collezioni classiche, infine, che ora hanno trovato spazio espositivo al secondo piano del palazzo, interamente recuperato ad uso museale. Le collezioni classiche si compongono a loro volta di tre nuclei. La collezione cipriota, ricca di 475 tra vasi e piccola scultura, dei quali sono ora esposti 177 pezzi, venne riunita da una serie di triestini accomunati dalla passione per la peculiare cultura dell'isola di Cipro, che vollero rappresentata in un quadro più ampio possibile nel museo civico. L'isola, centro di commerci e arte, assorbì e rielaborò con grande creatività e originalità le influenze stilistiche e tecniche che le venivano dai contatti mercantili con il mondo miceneo, egizio e fenicio.
Segue la collezione dei vasi greci, che sotto questa denominazione riunisce i vasi da Corinto, da Atene (i vasi attici a figure nere e a figure rosse) e la produzione italiana: magnogreca dalla Campania, dalla Lucania e dalla Puglia, insieme a una piccola serie, ma con pezzi di ottima qualità, dall'Etruria. La collezione triestina si compone di 1.100 vasi a figure nere, figure rosse e vernice nera, dei quali sono ora esposti 380 esemplari tra i più significativi. Le collezioni formatesi nell'Ottocento e nei primi del Novecento, come quella del Museo di Trieste, sono composte da pezzi integri e di ottima qualità, notevoli tanto per dimensioni che per stato di conservazione. Sono il risultato della caccia al tesoro dei tombaroli che nelle sepolture a camera di Etruria e Italia Meridionale recuperarono i loro ingenti bottini da vendere ai collezionisti, che se li contendevano a suon di fiorini d'oro. Si tratta di grandi e piccoli capolavori di un sapiente artigianato che raggiunse virtuosismi tanto nel realizzare forme complesse quanto nel dipingere scene dal sapore narrativo, ricche di particolari che ci raccontano la vita delle popolazioni della Grecia e dell'Italia tra VIII e III secolo a.C. Johan Joachim Winckelmann nella sua Storia dell'arte presso gli Antichi alla metà del Settecento affermava che «Una collezione di vasi greci è un tesoro di disegni», infatti «... i vasi dipinti son veri disegni e sono i soli che rimasti ci sieno degli antichi» ed in essi «scorgesi la franchezza e il sapere degli antichi artisti» e pertanto «sono più degno oggetto da proporsi allo studio e alla imitazione de' nostri professori». Questa fu poi la "missione" dei direttori del museo, che nella scelta dei reperti e nella loro esposizione intendevano "agevolarne lo studio diffondendone la conoscenza ... destare ad un tempo negli abitanti l'amore dell'arte per far divenire la città stessa un centro importante di studio".
Il terzo nucleo è composto dalla Collezione Tarantina, più di 2.000 pezzi (ora esposti 550) che il museo ha acquistato alla fine dell'Ottocento da un mercante di antichità della città pugliese. Si tratta per la maggior parte di figure in terracotta raffiguranti divinità, offerenti e defunti che a uso votivo erano dedicate in zone sacre al culto dei defunti nella vasta necropoli tarantina. Una sala è riservata al capolavoro della collezione tarantina, il favoloso rhyton configurato a testa di cerbiatto, bicchiere rituale in argento sbalzato e dorato prodotto in una colonia greca sul Mar Nero nel 400 a.C.
Ogni sala è presentata da un tabellone in italiano e inglese e ospita accanto alle vetrine una postazione informatica in cui il materiale non esposto è visibile riunito in percorsi ragionati, che permettono di consultare integralmente le collezioni. Una serie di approfondimenti comodamente leggibili su fogli plastificati a disposizione dei visitatori guidano alla visita dei reperti esposti di vetrina in vetrina (questo materiale verrà riversato prossimamente anche nel sito ufficiale del museo presente nella Rete civica di Trieste, www.museostoriaeartetrieste.it).
Tutte le sere dei martedì di agosto (2, 9, 16, 23 e 30) il Museo ospiterà "Archeologia di sera 2016", offrendo conferenze di approfondimento dei temi specifici, musica e visite guidate alle nuove sale.
Fonte: Comunicato del Comune di Trieste
Tutti gli eventi e comunicati della sezione 'Libri, Arte e Cultura'.