Notizia inserita il 17/11/2009
La rivista mensile Trieste ArteCultura, con il patrocinio dell'Università degli Studi di Trieste organizza un incontro pubblico con lo scrittore triestino di lingua slovena Boris Pahor.
Nel corso della manifestazione, che si terrà
Venerdì 20 novembre 2009
alle ore 17
presso l'Aula Magna della
Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori
via F. Filzi, 14 - Trieste
porteranno il loro saluto il Prof. Francesco Peroni, Magnifico Rettore dell'Università degli Studi e Claudio H. Martelli, editore e direttore responsabile del mensile Trieste ArteCultura.
A seguire, intervisteranno Boris Pahor il prof. Elvio Guagnini, del Dipartimento di Italianistica dell'Università di Trieste e Walter Chiereghin, vice-direttore di Trieste Arte Cultura.
L'occasione dell'incontro è l'uscita, nelle librerie italiane, di due libri di Pahor: il romanzo Una primavera difficile, per la prima volta tradotto nella nostra lingua edito da Zandonai, e il saggio-intervista Tre volte no - Memorie di un uomo libero, curato da Mila Orlic, edito da Rizzoli. In questo ultimo testo, Pahor ripercorre le tappe della sua lunga esperienza umana, ponendo l'accento in particolare su situazioni culturali e politiche della rappresentazione delle quali si è fatto interprete sia nella sua opera letteraria che negli interventi che hanno connotato il suo impegno culturale e civile.
Più in generale l'incontro promosso da Trieste Arte Cultura ha come scopo l'analisi della recente, quasi tardiva fortuna letteraria di Pahor presso il pubblico di lingua italiana, mentre l'autore era affermato invece da decenni sulle scene letterarie europee: esistono da tempo traduzioni delle sue opere in francese, inglese, tedesco, finlandese, catalano e persino in esperanto.
La sede prescelta per l'incontro, inoltre, è un luogo-simbolo della sua poetica, caro alla memoria della comunità slovena: l'edificio, progettato da Max Fabiani, ebbe come prima destinazione d'uso quella di sede del Narodni Dom, che ospitava un caffè, un albergo e diverse istituzioni culturali della minoranza slovena. Per questa sua vocazione, il palazzo fu incendiato ad opera dei fascisti il 13 luglio 1920: di tale tragico episodio fu testimone oculare il piccolo Boris Pahor, che successivamente lo ricordò in un suo celebre racconto e in molti punti della sua opera. Oggi, l'edificio di Via Filzi è sede di una prestigiosa istituzione universitaria, legata allo studio delle lingue straniere: ciò sembra riempire di un'ulteriore suggestione l'incontro con Pahor. Fu proprio nel corso della vicenda della lingua materna negata dal regime che l'autore trovò la sua vocazione di scrittore; successivamente, nel corso della sua travagliata esistenza, si è più volte giovato della conoscenza delle lingue, anche per sopravvivere all'esperienza atroce del lager.
A partecipanti all'incontro verrà distribuita una pubblicazione monografica che raccoglierà testi di articoli, interviste e recensioni sullo scrittore, in parte già pubblicati, in parte inediti.
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