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Giuseppe Mazzini studioso della cultura e della letteratura europea: è il tema della tavola rotonda promossa dal Circolo della Cultura e delle Arti di Trieste per martedì 16 maggio alle ore 17, presso la Biblioteca Statale di Largo Papa Giovanni XXIII n. 6.
Interverranno i prof.i Claudio Magris ed Elvio Guagnini dell'Università di Trieste, Francesco De Nicola dell'Università di Genova, e Joanna Ugniewska, italianista dell'Università di Varsavia, che illustreranno alcuni aspetti dei variegati interessi culturali e letterari di Mazzini, che contribuirono a caratterizzare il suo pensiero politico di respiro europeo.
L'ingresso è libero.
I biografi (come l'autorevole Roland Sarti, autore di "Giuseppe Mazzini. La politica come religione civile", edito da Laterza) concordano nel segnalare l'unitarietà degli interessi culturali di Mazzini: egli fece infatti convergere le diverse forme della sua attività spirituale verso quei programmi politici che cercò poi di attuare attraverso organizzazioni come La Giovine Italia e La Giovine Europa. Ma dai suoi appunti e scritti si nota che egli si occupò anche di arte, storia, filosofia, religione, e molto di letteratura: si interessò ad autori italiani come Dante, Machiavelli, Alfieri, Foscolo (per il quale nutrì un vero culto), Guerrazzi e Manzoni, ma anche a Shakespeare, Rousseau, Goethe, Schiller, Byron, Scott, Carlyle, George Sand, Victor Hugo.
Più in particolare, in un importante saggio sulla letteratura europea, apparso sul giornale l'Indicatore Livornese, Mazzini sostenne che la collaborazione a livello europeo fra i popoli e gli Stati non era incompatibile con la diversità degli stili nazionali di espressione letteraria. Tali idee s'incontrarono così col suo programma politico, e Mazzini mostrò sempre di prediligere quegli autori che esprimevano una forte passione, specialmente politica. In un articolo pubblicato a Londra nel 1837 Mazzini criticò infatti Manzoni e Pellico per la loro passività e rassegnazione cattolica di fronte alle avversità, lodò il talento di Leopardi ma ne criticò il pessimismo, ed espresse invece un caldo apprezzamento per l'ispirazione patriottica delle poesie di Giovani Berchet e dei romanzi di Francesco Domenico Guerrazzi (autori che - non a caso - entrarono, assieme a Mazzini, nel canone risorgimentale degli autori che forgiarono l'immagine della nazione italiana, come ha recentemente osservato Alberto M. Banti in "La nazione del Risorgimento. Parentela, santità e onore alle origini dell'Italia unita").
Mazzini, in sostanza, non si limitò a concepire sul piano politico il risorgere della nazione italiana in collaborazione con altre nazionalità oppresse, ma indagò anche i fondamenti spirituali e letterari delle nazioni europee.
Queste ed altre tematiche saranno sviluppate negli interventi alla tavola rotonda di martedì: il prof. Claudio Magris interverrà su "Il Faust di Goethe letto da Mazzini", Elvio Guagnini su "Mazzini e la letteratura europea", Francesco De Nicola su "Dante e Mazzini", e Joanna Ugniewska su "Mazzini e Adam Mickiewicz", il grande poeta e scrittore del Romanticismo polacco.
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