Notizia inserita il 03/06/2016
Da sabato 11 giugno alle 18.30, fino al 10 settembre, sarà esposta nello spazio espositivo del Mini mu (a Trieste, all'interno del comprensorio del parco di san Giovanni, via E.Weiss n. 15) la mostra di opere fotografiche di Giovanni Favero. Verrà presentata dal prof Giancarlo Torresani, direttore artistico TPD "Trieste Photo Days". Il titolo della mostra è "Dolomiti".
Favero è un autore che proviene da quell'area culturale che ha le sue radici più profonde nel culto del reportage e nell'osservazione del particolare naturalistico, e che in ambito fotografico possiamo far risalire fino alla forza espressiva di un padre putativo della statura di Ansel Adams. Ecco, in questo ambito in cui la rappresentazione guarda all'assoluto più che al particolare, s'inseriscono i lavori proposti in questa mostra. Si tratta di foto impeccabili, stampate in b/n, in medio e grande formato. Il tema è quello delle Alpi ovvero di un ristretto orizzonte geografico, dove uomini, animali e testimonianze culturali sono del tutto assenti: il silenzio domina in queste inquadrature.
I lavori qui esposti privilegiano un uso controllato e meditato di soggetti e materiali sensibili all'effetto monocromatico, volendo così prendere le distanze, a un tempo, dalla contemporaneità tecnologica (oramai pervasa dalle relative manipolazioni informatiche) oltre che dalla ridondanza cromatica di tante immagini pubblicitarie.
È questa un'operazione che permette all'autore di guardare alla realtà ritratta, con un certo disincanto, ma anche con una memoria storica che non si lascia scavalcare dal sentimento della pittura: le opere dei grandi vedutisti veneti, al pari di quelle della pittura divisionista, esistono in quanto eventuale punto di riferimento, e non quali modelli proponibili. Le atmosfere, caratterizzate da cieli spesso corruschi, evidenziano il tormento di una terra aspra, forte, difficile da dominare, e dalla quale l'uomo viene facilmente messo ai margini.
Con queste immagini l'autore vuole trasmetterci semplicemente le sensazioni di allargamento dello spirito che lui ha provato durante alcune campagne fotografiche condotte "ad alta quota". Si tratta allora di immagini "facili" nella loro comprensibilità, eppure difficili nella purificazione formale che le sottintende. Là dove la forma conchiusa trova la sua ragione d'essere nell'iterazione del tema, la narrazione nel perdere il suo soggetto primo (l'uomo e la scansione temporale delle sue azioni), riconduce il tutto al bisogno di una scoperta continua: non più verità, bensì condizione soggettiva; e queste immagini ne divengono il segno incontrovertibile.
La mostra proseguirà fino al 10 settembre, con orario di visita il lun / mer / ven dalle 16.00 alle 18.00.
Per info: 393 9706657.
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