La parola e l'occhio

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"La parola e l'occhio", ovvero lo sguardo poetico di Biagio Marin che affiora da una serie di fotografie scattate dal grande poeta gradese tra gli anni '20 e '40: a questo tema sono dedicate una conferenza e una mostra promosse dal Circolo della Cultura e delle Arti presso la Biblioteca Statale di Trieste.

Martedì 14 marzo alle 17.30, presso la Biblioteca Statale, in Largo Papa Giovanni XXIII n. 6, il prof. Elvio Guagnini introdurrà alla figura di Biagio Marin quale fotografo di grande sensibilità artistica. Seguiranno gli interventi del prof. Giampaolo Borghello, direttore del Dipartimento di Italianistica dell'Università di Udine, della dottoressa Flavia Moimas, direttrice della Biblioteca Civica di Grado, e della prof.ssa Edda Serra, presidente del Centro Studi 'Biagio Marin'.

Con la conferenza s'inaugura anche - nella stessa sala - la mostra curata dal docente universitario e storico della fotografia Italo Zannier. In esposizione 26 foto scattate da Biagio Marin ai suoi familiari e al poeta Virgilio Giotti tra il 1920 e il '42, la riproduzione di alcuni manoscritti, ed una serie di ritratti di Marin, tra i quali 9 scattati negli anni '70-80 dal fotografo gradese di notorietà internazionale Witige Gaddi.

La mostra, realizzata dal Circolo della Cultura e delle Arti con la Biblioteca Civica di Grado e la Biblioteca Statale di Trieste, sarà visitabile fino al 31 marzo presso la sala di Largo Papa Giovanni XXIII n. 6 (secondo piano), con orari: dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 17, e il sabato dalle 9 alle 13; chiuso la domenica. L'ingresso è libero.

Che Biagio Marin si fosse dedicato con passione e capacità alla fotografia è senz'altro un aspetto poco noto del grande poeta. Eppure la raccolta di immagini della mostra triestina conferma che Marin era un fotografo puntuale sul piano tecnico e sensibile su quello espressivo, tanto da poter parlare di una vera e propria "poesia dello sguardo", con cui - in modo intenso e nel contempo delicato - Marin realizzava i ritratti di familiari e conoscenti.

Le foto presentate nella mostra si accompagnano ad un'altra serie di immagini che ritraggono il poeta dalla gioventù fino agli anni '80 (quest'ultime scattate dal suo concittadino Witige Gaddi in ambientazioni tipiche gradesi, non meno ricche di quella "poesia della sguardo" che caratterizzava Biagio Marin).

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