Mostra fotografica "Petali di cera" di Massimiliano Boscolo

Notizia inserita il 15/12/2008

Inaugurazione della mostra
"petali di cera" di Massimiliano Boscolo
20 dicembre 2008

A presentare la rassegna è stato il professore Giorgio Cisco, presidente dell'UNA, United National of the Art Accademy che ha brevemente illustrato il leit motiv della personale di Massimiliano Boscolo.

Discorso G.Cisco
Fotografia è arte, arte è fotografia?

Abbiamo un connubio tra fotografia e arte e questa è una discussione che è in piedi da quando è nata la fotografia. Cioè, fotografia è arte, arte è fotografia?

Si discute da moltissimo tempo anzi devo dirvi che le radici risalgono addirittura al 1700.

Un famoso artista come Canaletto che voi conoscerete, vedutista veneto, in sostanza Lui faceva i suoi quadri con una camera ottica. Una camera ottica che consisteva in una scatola attraverso la quale lui ci inseriva all'interno, proiettava attraverso un otturatore che era un buco, il paesaggio, la veduta di Venezia che a lui interessava e praticamente rovesciato doveva dipingerlo.

Canaletto era un ottimo artista anzi, non è ricordato per questo fatto tecnico, ma soprattutto per il suo colore, le sue scelte perché l'atmosfera di Venezia del '700 ci viene riproposta. In sostanza, l'unica cosa che mancava a Canaletto era la pellicola e se c'è l'avesse avuta avrebbe fatto tranquillamente una fotografia che a noi avrebbe fatto comodissimo vedere oggi del 1700.

Devo dire che la prima fotografia è nasce nel 1827 (garantisco la data perché ho fatto una ricerca oggi) in ogni caso di un artista francese Niepce, il quale prese una lastra di vetro, mise del bitume di Giudea sul nitrato d'argento, mise una posa di tetti che durò circa otto ore e dopo otto ore venne fuori la prima volta una fotografia reale. Non c'erano le ombre perché in otto ore perché il sole era camminato da una parte all'altra e quindi aveva eliminato ogni ombra. Ma quella era la prima fotografia e a qua insorsero le prime difficoltà. Perché il poeta francese Baudelaire, "incavolatissimo", disse che quella non è arte: assolutamente! Anzi ci sono dei suoi scritti famosi , 1859 nel Salone d'Autunno a Parigi, dove attaccava la fotografia con grande violenza anzi -... questa maledetta fotografia che rovinando il mondo dell'arte... -.

Certo che la fotografia sicuramente creava grossi pasticci. Prima ci voleva un artista e solo lui era in grado di tirarci giù un paesaggio, un ritratto, un nudo, qualunque cosa ci voleva la bravura manuale ma improvvisamente questa scatoletta magica suppliva l'artista, lo spiazzava, quindi devo dire che i primi anni gli artisti non vedevano assolutamente di buon occhio i fotografi. (Ma tu non sei un fotografo no perché ci giungerò proprio alla fine).

E quindi praticamente cominciarono le avanguardie artistiche del 1900 nacquero proprio per via di questa fotografia, l'evento della macchina fotografica e per questo agli inizi del '900 fauvismo, al futurismo e via via tutti quanti gli altri.

Poi ci furono artisti che cominciarono a utilizzare proprio la fotografia come arte, Man Ray, Duchamp e quindi surrealisti, dadaisti ed altri e quindi nel processo che avanzò si arrivò lentamente ai giorni nostri.

Differenza tra fotografia e quadro? Beh, molti dicono la fotografia è oggettiva, cioè se fotografo una cosa tutti quanti la vedono ed è quella. Il quadro invece è soggettivo perché è l'interpretazione attraverso i miei occhi.

Signori purtroppo niente di più sbagliato perché ormai oggi la fotografia non è assolutamente più oggettiva anzi non è più come prova da tribunale perché le elaborazioni che si possono fare alla fotografia sono ben superiori a quello che fa un artista su un quadro. E quindi questa soggettività è passata completamente al mondo della fotografia.

Oggi siamo avanzati ancora di più. Oggi per dire la verità, molte gallerie, le più importanti, a Trieste abbiamo per esempio una che la LipanjePutin (che è proprio dietro a noi) è una delle galleria d'arte contemporanee tra le gallerie più famose in Italia e noi ci onoriamo di avere una sua sede anche qui a Trieste, si occupa quasi esclusivamente di fotografia però fotografia d'arte.

E giungiamo al discorso di Massimiliano Boscolo il quale oggi ci presenta un suo percorso, una sua opera, una serie di opere e quindi un suo messaggio.

Nel contemporaneo Lui non è più un fotografo. Usa un veicolo che praticamente è un veicolo di partenza che è la fotografia. Lo rielabora completamente a livello informatico, a livello computerizzato, trasforma la fotografia in fatto concettuale. C'è la ripropone, c'è la riporta su tela, perché sono delle stampe che sono fatte su tela, di fotografie di fiori.

Però non illudiamoci: non ci troviamo di fronte soltanto a dei fiori, un concetto ben più profondo delle immagini che avete visto.

Sono belle? Sì. Sono maliziose, c'è il gusto del colore, del taglio, anzi la bellezza dei fiori, anche perché no, la capacità fotografica. Ma è questo un discorso che, diventa un momento soggettivo mio che, nel andare a guardare le sue opere cosa comincio a vedere, cosa comincio a vedere una natura congelata, una natura che lui rende cerata, quindi in qualche modo pietrificata conservata e forse in questo Massimiliano, con consapevolezza o meno, riporta quello che è il problema del nostro tempo: una natura che sta scomparendo e tante altre cose che purtroppo se non vengono preservate in qualche modo, vengono completamente dimenticate che forse già fra una generazione non avremo più, e quindi forse in Lui c'è questo desiderio proprio di cerare, conservare, di rendere per sempre eterno una cosa che amiamo moltissimo come i fiori.

E quindi non posso far altro che congratularmi con questo nuovo artista (non fotografo!).

Riferimenti dell'Autore:

Massimiliano Boscolo
li05mb@libero.it
www.facoltactivo.blogspot.com

Laureato in Scienze Politiche presso l'Università degli Studi di Trieste con una tesi in psicologia sociale ha successivamente conseguito il master sulla gestione e l'analisi della comunicazione d'impresa.

L'Autore ha da sempre coltivato la passione per la rappresentazione di un certo tipo di 'informazione visuale', nelle sue molteplici espressioni, oggi realizzata attraverso l'utilizzo delle nuove tecnologie.

La ricorrente ricerca di ciò che sta 'dentro l'immagine ritratta' è per l'Autore un appassionate ed ininterrotta sfida tra mille colori e forme racchiuse nello spazio di un attimo fugace. La fotografia digitale diviene un'arte da rimaneggiare in funzione di un'emozione da provocare in chi la guarda.

Riferimenti della mostra:

URBAN - HOTEL DESIGN
Via Punta del Forno - Androna chiusa,4
[dietro a Piazza dell'Unità]

34121 Trieste
tel +39 040 302065
fax +39 040 307223

info@urbanhotel.it
www.urbanhotel.it

- aperta sino al 18 gennaio 2009
- orario continuato presso il bar e sala conferenze dell'albergo
- ingresso libero

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