Sidaja

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Ci piace immaginare Sidaja più che come un festival come una festa, un luogo dove la poesia celebri la propria vitalità, sfugga alle classificazioni ma non alle contaminazioni, esca dalle pagine dei libri e si faccia voce e canto, musica e danza, azione e perfino video o segno grafico o qualunque altra cosa atta ad esprimere l'inesprimibile.

Avere, attraverso iniziative culturali, quali compagni di viaggio voci prestigiose della poesia, ci convince che non solo non è impossibile, pur tra gli orrori di questi ultimi tempi, pensare alla poesia, ma che invece essa è necessaria ed indispensabile al nostro vivere quotidiano; come necessario ed indispensabile è il contribuire allo sviluppo di uno spazio culturale comune ai popoli d'Europa dove, come scrive la poetessa Carmen Yanez, "la poesia serva ad annaffiare le piantine del futuro".

Dunque una festa in un luogo, Trieste, dove la storia sfuma nel mito, dove l'incontro tra i popoli e le razze ha radici antichissime e problemi attualissimi, dove il mare incontra la roccia carsica, per ricordarci che tutto ciò che è vivo è in perpetuo movimento, che la storia non è affatto finita, ma anzi si arricchisce di sempre nuove ed impreviste varianti.

I confini sono muri, barriere, luoghi di separazione, ma anche varchi, ponti, luoghi di incontro. Dietro i confini spesso si celano i nemici, gli altri i diversi, ma dietro i confini ci sono anche i desideri, la voglia di conoscenza, l'identificazione con l'altro, un altro sé. Il noto e l'ignoto che dovrebbero essere separati nettamente e guardarsi in cagnesco si confondono, si miscelano. Eppure i confini sono anche ferite, cicatrici, tagli arbitrari, imposizioni, coercizioni. Ma sono anche muri da scavalcare, porte che si aprono, meraviglie da scoprire. E la poesia è proprio questo attraversamento di confini, luogo di incontro e di scambio. Terra di sperimentazione di nuove relazioni, di nuove possibilità (linguistiche, lessicali, ...). Quando poi la città di confine è una città di mare, una città di porto, allora i confini sono ancora più labili, più mobili, sembrano seguire i movimenti delle onde, le risacche, le maree, essere preda della bora. Le città di confine e le città di mare sono ponti proiettati sull'altra riva, su le altre terre, difficili da avvicinare senza.

Come dice il noto scrittore turco esule in Francia, Nedim Gursel, "i ponti non collegano soltanto due rive, ma anche gli uomini. Sfidano ad un tempo la natura e la storia".

Con queste premesse, l'Associazione culturale Sidaja di Trieste, in collaborazione con la Comunità Greco Orientale di Trieste, l'Associazione Etnoblog, Knulp bar-libreria equo e solidale, il XXI Festival del Cinema Latino Americano, le Edizioni ZTT-EST (Trieste) e Traccediverse edizioni (Torino), e ZSKD-UCCS Zveza Slovenkih Kulturnih Drustev - Unione dei Circoli Culturali Sloveni, intende presentare la sesta edizione del Sidaja 2006, evento promosso dalla Regione Autonoma Friuli - Venezia Giulia (Direzione Centrale Istruzione, Cultura, Sport e Pace - Servizi Attività Culturali), per far rivivere nel nostro territorio quel "mondo muto" che è il luogo della poesia.

20 ottobre

Venerdì, 20 ottobre 2006, ore 21.00, presso ETNOBLOG (Via Madonna del Mare n.3), leggeranno le loro poesie in lingua originale, con traduzione in italiano, i seguenti poeti: Ronny Someck (Iraq/Israele), nato in Iraq, a Baghdad, nel 1951 e nel '53 si è trasferito con la famiglia in Israele.Ha studiato arte alla Avni Art Accademy di Tel Aviv e all'Università della stessa città si è laureato in Letteratura e Filosofia Ebraica. Considerato internazionalmente come uno dei maggiori poeti israeliani della giovane generazione, è invitato a festival di poesia negli Stati Uniti, in Africa ed in numerosissimi paesi d'Europa. Le sue poesie sono state tradotte in più di 39 lingue; ha pubblicato nove raccolte di poesie e un libro per bambini che ha avuto enorme successo Ha ricevuto numerosi premi, tra cui: Premio del Primo Ministro, Premio Yehuda Amichai per la poesia ebraica e il Premio Hans Berghhuis 2006 (the Maastricht International Poetry Nights); Roberto Dedenaro (Italia), triestino, insegnante, ha pubblicato cinque raccolte di poesia, "Insopprimibili rumori" (Trieste 1989), "Osservazioni sull'abitare" (Udine 1993), "Visioni di un Viso diviso" (Udine, 1995), "Le periferie sottili" (Salerno 2002), "Sintetiche siepi, ostinate infiorazioni" (ZTT-EST, 2006) e curato le antologie "Poeti triestini contemporanei" (Trieste 2001) e "Di sole di sale e altre parole. La nuova generazione in poesia a Trieste" (Trieste 2004); Anzhelina Polonskaya (Russia), è nata a Malakhovka, cittadina situata a pochi chilometri da Mosca, dove attualmente vive e lavora. Considerata una delle voci più interessanti della nuova poesia russa, ha iniziato a pubblicare le sue prime poesie sulla rivista "Smena". Dal 1998 è membro dell'Unione degli Scrittori di Mosca e nel 2003 fa parte del Russian PEN-centre; Charis Vlavianòs (Grecia), è nato a Roma nel 1957. Ha studiato Economia e Filosofia all'Università di Bristol e Storia delle dottrine politiche a Oxford. È autore di sette raccolte di versi. La sua raccolta "L'angelo della storia" è stata candidata al Premio nazionale di poesia. Ha tradotto in greco opere di autori come Walt Whitman, Ezra Pound, Wallace Stevens, John Ashbery, Carlo Goldoni, William Blake (per il quale è stato candidato al Premio nazionale della traduzione), Zbigniew Herbert, Fernando Pessoa. Per il suo contributo alla promozione della letteratura e della cultura italiana in Grecia, il Presidente della Repubblica Italiana gli ha conferito nel febbraio del 2005 il titolo di Cavaliere. Mohammed Lamsuni (Marocco), nasce a Casablanca (Marocco) nel 1950. Nel 1970 emigra in Francia dove lavora come operaio e si laurea in lettere e psicologia presso l'Università di Tours. Poeta e traduttore, collabora con quotidiani e riviste in Marocco, tra cui Le Message de la Nation. Dal 1990 è a Torino e l'italiano diviene la lingua che sceglie per continuare a lottare e stare dalla parte dei "dannati della terra". È presidente dell'associazione italo-araba La Fenice e dirige la collana "Arabica" di PONSINMOR Editrice di Torino. Carlos Reyes Manzo (Cile/UK). nasce in Cile ed è giornalista e fotografo dal 1964. Nel 1974, durante il regime di Pinochet, viene arrestato e mandato in esilio a Panama. Nel 1979 viene rapito dalla polizia segreta cilena e, passando per Londra durante il volo di ritorno in Cile, chiede asilo politico in Inghilterra. Fonda la Andes Press Agency e continua a documentare le lotte, le speranze e le sofferenze delle persone di tutto il mondo. Ha lavorato come giornalista e fotografo documentarista sociale per più di quarant'anni, documentando situazioni legate ai diritti umani in Asia, Africa, Medio Oriente, America Latina ed Europa. Considerato internazionalmente uno dei più grandi fotografici al mondo, i suoi lavori vengono regolarmente esposti e sono stati pubblicati nel The Sunday Times, The Indipendent on Sunday, Harpers Bazaar e Marie Claire. Nel gennaio 2006 è uscito il suo libro di poesia "Oranges in Times of Moon".

21 ottobre

Sabato, 21 Ottobre 2006, alle ore 21.00, sempre presso l'Etnoblog (Via Madonna del mare n.3), seconda serata degli Incontri internazionali di poesia; sarà la volta di Nathalie Handal (Palestina/USA), poetessa, scrittrice, regista e drammaturga. La sua opera è stata pubblicata in numerose riviste letterarie. Ha inoltre curato la regia di numerose commedie fra le quali "Grenade", di Yussef El Guindi. E' l'autrice di "Traveling Rooms" (CD di poesie), "The NeverField" (libro di poesie), "Spell" (Cd di poesie), "The lives of Rain" (libro di poesie). L'autrice ha curato "The Poetry of Arab Women: A Contemporary Anthology", un bestseller dell'Accademia dei Poeti Americani e vincitore del premio Pen Oakland/Josephine Miles. Attualmente sta lavorando a due antologie, "Arab American and Arab Anglophone Literature" e sta curando con Tina Chang e Ravi Shankar "La Poesia Contemporanea del Mondo Orientale" (Norton, 2007). Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra cui il Premio Menada (Macedonia); Zoran Anchevski (Rep. di Macedonia), è laureato in Lingue e Letteratura Inglese alla Facoltà di Filologia dell'Università "Santi Cirillo e Metodio" di Skopje, dove attualmente insegna Letteratura Inglese e Americana. Ha alle spalle una lunga attività di traduttore ed editore di importanti autori quali W.B. Yeats, W.H. Auden, Ted Hughes, Seamus Heaney, Derek Walcott, Yehuda Amichai, John Ashbery, W.S. Merwin, Toni Morrison, Kenzaburo Oe, Makoto Ooka, etc. sue poesie sono state tradotte in più di 12 lingue e incluse in varie riviste e antologie come l'Anthology of Contemporary Poetry (1986) pubblicata negli U.S.A. E' membro dell'Unione degli Scrittori Macedoni e segretario del P.E.N. Macedone. Nel 2004 ha ricevuto il premio italiano di poesia "Giacomo Leopardi". Attualmente è Presidente del comitato organizzativo del Festival Internazionale di Struga; Lance Henson (poeta Cheyenne/Tsistsistas), nato a Washington, D.C. nel 1944 e cresciuto nell'Oklahoma occidentale con la sua tribù, è un poeta Cheyenne tra i più rappresentativi della cultura dei nativi d'America. Laureato in scrittura creativa all'Università di Tulsa, ha pubblicato 23 libri di poesie e la sua opera compare nelle principali antologie di letteratura dei nativi americani ed è stata tradotta in più di 25 lingue, e pubblicata anche in Italia. Membro della Chiesa Nativa Americana e capo del Dog Soldier Clan, ha partecipato numerose volte ai raduni del suo popolo come danzatore e pittore. Ha rappresentato la nazione Cheyenne al Gruppo di Lavoro delle Nazioni Unite per le popolazioni indigene e da più di 30 anni è attivamente impegnato nella lotta per i diritti dei Cheyenne e delle popolazioni indigene del mondo. La poesia di Henson fonde la filosofia Cheyenne e le tradizioni alla cronaca sociale e politica del mondo moderno; Marko Kravos (Slovenia/Italia), poeta, scrittore, saggista e traduttore, vive a Trieste. Si è laureato in lingue e letterature slave all'Università di Lubiana. Membro dell'Associazione degli scrittori sloveni, dell'associazione internazionale degli scrittori PEN Club e del Gruppo 85 di Trieste. E' stato direttore del Slovenski klub di Trieste e dell'Associazione circoli culturali sloveni in Italia. Negli anni 1970 - 1993 è stato direttore dell'attività libraria presso l'Editoriale Stampa Triestina. Scrive poesia, prosa, letteratura per l'infanzia, critica letteraria e saggi. Traduce in sloveno dall'italiano, croato e dallo spagnolo, dalle voci dialettali slovene e italiane. Le sue opere sono state incluse in diverse antologie di poesia triestina, slovena, jugoslava ed europea e sono tradotte in 19 lingue; Chi-Trung Nguyen (Vietnam/Germania) nasce in una cittadina nei pressi di Saigon. Dopo aver concluso le scuole superiori in Vietnam, in piena guerra, riesce ad ottenere una borsa di studio dallo stato per studiare Ingegneria e Matematica in Europa. Alla fine del 1967 giunge a Stoccarda, in Germania, dove attualmente vive e lavora. Finiti gli studi, si dedica all'insegnamento universitario di Meccanica e Matematica. Negli anni settanta inizia a scrivere in tedesco, mentre a metà degli anni novanta si dedica interamente alla scrittura come poeta bilingue, saggista, e traduttore dal tedesco, inglese e francese verso la lingua vietnamita. Ha inoltre tradotto autori quali Giacomo Leopardi ed Eugenio Montale; Sanja Sirec Rovis (Croazia/Italia), nata a Pola, ha studiato giornalismo a Ljubljana. Nel 2001 si è laureata in lingue e letterature straniere moderne ( croato, serbo, bosniaco e sloveno) presso l' Università degli Studi di Trieste con una tesi sulla letteratura per l'infanzia. Ha pubblicato la raccolta di poesie in lingua croata Trag jagode (Zrinski, Cakovac) e ha tradotto dallo sloveno al croato il Kratki casi, (DKZ, Ljubljana, 1999) di Marko Kravos.

22 ottobre

Infine, Domenica 22 Ottobre 2006, alle ore 18.00, presso il Teatro Miela (Piazza Duca degli Abruzzi 3), in collaborazione con il XXI Festival del Cinema Latino Americano di Trieste, inaugurazione della mostra fotografica di Carlos Reyes Manzo: "Impunità. L'assassinio delle donne a Ciudad Juarez, Messico e Guatemala" (Andes Press Agency, Londra), una mostra di 40 foto in bianco e nero del grande fotografo Carlos Reyes-Manzo sull'assassinio delle donne a Ciudad Juarez, Mexico e in Guatemala City.

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