Notizia inserita il 24/01/2015
"Accolto con grande successo lo scorso anno, dal 27 al 30 gennaio ritorna in scena I bambini della Risiera scritto e diretto da Noemi Calzolari, che viene presentato dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con il Comune di Trieste - Area Educazione, Università e Ricerca nell'ambito delle manifestazioni legate al Giorno della Memoria. Lo spettacolo interpretato da da Sara Alzetta e da venti allievi del l'Associazione StarTs Lab, ripercorre le testimonianze dei piccoli passati per la Risiera di San Sabba"
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Comune di Trieste - Area Educazione, Università e Ricerca assieme all'Associazione StarTs Lab ripropongono - dopo il successo ottenuto lo scorso anno nell'unica rappresentazione - I bambini della Risiera scritto e diretto da Noemi Calzolari.
Lo spettacolo si inserisce nell'ambito delle manifestazioni
legate al Giorno della Memoria 2015 e va in scena per quattro
giornate, da martedì 27 a venerdì 30 gennaio.
Martedì e venerdì le recite saranno serali, aperte a
tutti gli interessati, con inizio alle ore 19, mentre
mercoledì e giovedì saranno riservate alle scuole, in
orario pomeridiano con inizio alle 14.30.
I bambini della Risiera vede in scena l'attrice Sara Alzetta, il violinizta Tony Kozina e una ventina di bambini, allievi Laboratorio StarTs Lab che - diretto da Luciano Pasini - che opera in collaborazione con lo Stabile regionale educando i giovanissimi al teatro. Sono i loro occhi a osservare e riportarci una delle pagine più dolorose della storia dell'uomo, attraverso testimonianze di piccoli innocenti, che hanno vissuto l'esperienza del nazismo e della Risiera di San Sabba.
Sono ancora vive persone che da piccole sono passate da San Sabba con destinazione altri campi, principalmente Auschwitz. Abitano, la gran parte, in regione, ma la loro provenienza è più ampia. Sono originarie, per esempio, di Venezia o Fiume, città quest'ultima, che ospitava, fino alla guerra, una comunità ebraica numericamente consistente, seconda, nelle Venezie, solo a quella di Trieste e che è stata molto falcidiata.
Per quei bambini e ragazzi che hanno vissuto la drammatica
esperienza della guerra e della detenzione, e che sono passati per
la Risiera, questo luogo ha rappresentato il momento della perdita
dell'infanzia e - ancor peggio - della famiglia e spesso di ogni
riferimento affettivo ed esistenziale. Li aspettava infatti
l'esperienza orribile dei campi di concentramento di Auschwitz, ma
anche di Bergen Belsen e Ravensbruck. Purtroppo sono state numerose
queste vittime dell'odio razziale.
Sappiamo anche, da testimonianze ed evidenze storiche, che nello
stabilimento triestino - unico provvisto di forno crematorio
nell'Europa occidentale - sono stati uccisi alcuni bambini. Del
resto, in tutti i territori occupati o annessi al Reich, i piccoli
erano il primo bersaglio. Prima dei vecchi, dei malati, degli
inadeguati ad essere sfruttati come forza lavoro. Il farmacista di
Auschwitz, dr. Viktor Capesius, dichiara al processo di
Francoforte: «Solo gli abili al lavoro non venivano
selezionati per il gas. Tra gli abili al lavoro non rientravano, in
primis, i bambini al di sotto dei 14 anni».
È un coefficiente assoluto, seppure poco noto: i bambini e i
ragazzi di età inferiore ai 14 anni rappresentano quasi un
terzo delle vittime dello sterminio. Poco noto nonostante in ognuno
dei luoghi della concentrazione ci siano stati ragazzi che, pena
rischi estremi, hanno scritto, annotato e nascosto le loro
testimonianze.
Nella stesura del soggetto - che nasce da una lunga e attenta
ricerca di Noemi Calzolari - si è selezionato il materiale
da raccolte di diari e scritti di bambini e ragazzi. Sono diari
sorprendenti nella loro schiettezza, coraggiosi nel tentativo di
ordinare la follia e il caos, straordinari nella consapevolezza
che, se ogni giorno può essere l'ultimo, si deve cercare di
sopravvivere nella memoria.
Scrive, per esempio, il bambino Isacco, prima di essere rinchiuso e
ucciso a Ponar: «Non penso a niente: non a ciò che sto
perdendo, non a ciò che ho perduto, non a quello che mi
aspetta. Sento solo che sono terribilmente stanco, sento che
un'offesa, una ferita mi brucia dentro».
Esiste anche materiale iconografico che verrà proiettato nel corso dello spettacolo. Foto dei deportati, filmati della macchina bellica del Reich - Wehrmacht in marcia, panzer, rastrellamenti. L'uso di materiale iconografico è in questo caso particolarmente appropriato: immagini della Storia che ha frantumato vite, distrutto o disgregato intere comunità, sradicato popoli dalla propria terra.
Storia con la "S" maiuscola, come testimonia l'impegno e il rigore che il Reich ha riservato nell'organizzazione e conduzione del Campo di concentramento, smistamento e sterminio della Risiera di Trieste, schierandovi alcuni dei suoi specialisti di massimo livello: Odilo Lotario Globocnik dell'Einsatzkommando Reinhard (che con l'Aktion Reinhard aveva organizzato e diretto l'eccidio di due milioni e mezzo di persone in Polonia, nel distretto di Lublino, che contava i campi di Maidanek, Sobibor, Treblinka) poi Christian Wirth, noto come Der Wild Christian (il Cristiano Selvaggio), Franz Stangl - nome d'arte "la Belva di Treblinka" - Dietietrich Allers, l'efficiente promotore dell'Aktion Tiergarten T4, quell'operazione impropriamente nota come Operazione Eutanasia. Ma non va neanche dimenticato che se erano i tedeschi che ordinavano i rastrellamenti erano spesso le milizie e i collaborazionisti che frugavano nei nascondigli di sottotetti e cantine, spogliavano e non sempre malvolentieri, poiché per ogni ebreo catturato, vecchi, malati, donne e bambini, c'era una ricompensa in denaro.
Trieste, nell'ultimo anno di guerra, è uno dei luoghi
quantomeno del ristoro tedesco. A ridosso della ritirata orientale,
i soldati vi vengono inviati per licenze brevi: la memorialistica
ritrae la cura con cui vengono preparati ricevimenti di gran
mondanità alla Risiera, racconta le uscite eleganti degli
ufficiali invitati alle feste di notabili cittadini. Non si
può tacere che su questo sfondo tragico si muovono non solo
collaborazionisti, commercianti, industriali, prostitute di alto
bordo e trafficanti comuni, ma anche parte della popolazione che
nell'ambiguità e nell'incertezza di giorni in cui tutto
stava per cambiare, non vede o fa finta, aggrappandosi a
un'illusoria normalità.
Del resto quanto è pesato ai nostri testimoni il silenzio
che ha avvolto quegli avvenimenti di cui nessuno voleva più
parlare!
A Berlino, dopo la caduta del Muro, furono ritrovati i sotterranei
che erano stati teatro di interrogatori e torture da parte della
Gestapo. Questi luoghi di violenza industriale e selvaggia, vennero
denominati "spazi contaminati": kontaminierte Ort.
I bambini della Risiera si propone, fra l'altro, una decontaminazione della memoria storica del nostro territorio. E vuole dare testimonianza di ciò che non deve essere dimenticato, proprio perché solo la memoria e la consapevolezza possono far sì che cose simili non accadano mai più.
Sarà particolarmente toccante che a dare voce alle
piccole vittime, siano degli attori-bambini. Un raccordo storico,
una sorta di spirito del tempo che unirà i loro racconti
sarà interpretato da Sara Alzetta, attrice professionista
che spesso abbiamo applaudito in scena allo Stabile regionale.
I bambini - una ventina - del Laboratorio StarTs Lab saranno
protagonisti anche di alcuni momenti musicali, con canti della
tradizione ebraica in cui li ha preparati Daniela Ferletta.
Diretti da Noemi Calzolari, ammireremo dunque ne I bambini della
Risiera Sara Alzetta, il violinista Tony Kozina ed i giovanissimi
Loris Alberti, Alessio Bernardi, Evita Bertolini, Angela Cotterle,
Erin Dorci, Margherita Girardelli, Virginia Lanza, Sofia Maiola,
Elisa Manzin, Giulio Marino, Matilde Marino, Sofia Rosie Myers,
Nicolas Pecar, Francesca Radoicovich, Jennifer Stigliani, Riccardo
Tamaro, Caterina Trevisan, Anna Vlacci, Giulia Zerjal, Caterina
Zoppolato, Filippo Zoppolato.
Lo spettacolo va in scena alla Sala Bartoli martedì 27 gennaio alle ore 19, mercoledì 28 e giovedì 29 gennaio alle 14.30 (recite riservate alle scuole), e venerdì 30 gennaio alle ore 19 al Politeama Rossetti. I biglietti si possono acquistare al prezzo unico di 5 euro presso i consueti punti vendita del Teatro Stabile regionale e attraverso il sito www.ilrossetti.it
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