Notizia inserita il 5/02/2009
"Lunetta Savino è Nora in una interessante riscrittura di Casa di bambola firmata da Leo Muscato, una delle maggiori personalità registiche delle ultime generazioni. Il classico ibsenianio riacquista così un'intensità e un senso adeguati al nostro tempo e alla sensibilità contemporanea. Nei panni del ruvido marito, Paolo Bessegato.".
La "lodoletta" non c'è più: in Casa di bambola - L'altra Nora che Leo Muscato trae dal capolavoro ibseniano, la protagonista non è più una bambolina vezzeggiata e incompresa, né può diventare in alcun modo l'eroina protofemmnista che abbandona la famiglia (per la prima volta in Ibsen intesa quale insostenibile giogo quotidiano), cosa che tanto scandalo suscitò all'epoca dell'autore norvegese.
È la maggiore novità della rilettura che Muscato offre di questo capolavoro della drammaturgia, in programma per il cartellone altripercorsi al Politeama Rossetti martedì 10 e mercoledì 11 febbraio, alle ore 20.30. Interpretato dalla brava Lunetta Savino e Paolo Bessegato e da un cast molto interessante, lo spettacolo è prodotto dallo Stabile delle Marche e da LeArt' Teatro.
Muscato - senza dubbio una delle personalità registiche più decise e interessanti delle ultime generazioni - ha un modo del tutto personale di procedere con i classici, da cui è tuttavia profondamente attratto: non gli basta sottolinearne l'universalità attraverso la creazione di una messinscena attualizzante. Egli li riscrive: resta fedele al testo d'origine, ma - come accade per Casa di bambola - ambienta la vicenda nella nostra contemporaneità, elimina dal linguaggio ogni pesantezza ottocentesca, libera il testo da ogni riferimento che possa allontanare nello spazio e nel tempo la storia di Nora dalla nostra realtà.
Una scelta fondata su una precisa motivazione concettuale: l'operazione di Ibsen fu rivoluzionaria perché il suo teatro metteva a nudo fragilità e ipocrisie della borghesia a lui coeva. I suoi drammi borghesi erano agiti sul palcoscenico e osservati in platea dallo stesso genere di persone: la reazione dura alla sua provocazione, il turbamento e - nel migliore dei casi - la riflessione autocritica, avvenivano perché lo spettatore si riconosceva appieno nelle qualità e nelle cadute dei personaggi del dramma. Il regista e drammaturgo Moscato intende dunque, con le proprie operazioni di ri-scrittura, preservare tale "rapporto di vicinanza" e avvolgere chi assiste allo spettacolo in un "inferno domestico" di pregnante verità.
Ecco allora il cambiamento della protagonista: oggi abbiamo bisogno di una Nora diversa, che evoca più che l'eroina del dramma, quella della donna a cui Ibsen si ispirò. Si seppe infatti che tratteggiò Nora pensando a una giovane donna, sua ammiratrice, che fu protagonista d'un grave scandalo. Affetta da una sorta di fragilità mentale, tendeva a fare acquisti incauti senza il benestare del marito, e quando questi si ammalò gravemente, lei si accollò segretamente un pesante debito per le cure. Fu additata da tutta la Norvegia per questa azione e allora mostrò veri segni di squilibrio, dai quali si riprese solo dopo essere stata rinchiusa in manicomio dal marito, che le tolse anche la potestà dei figli.
Ritroveremo molti echi di questa donna nell'applauditissima e surreale interpretazione che Lunetta Savino dà dell'"altra Nora": moglie di un avvocato appena eletto in politica, egoista e carrierista, ci appare un po'svampita, con comportamenti ripetitivi e leggermente insensati. Contemporaneamente è vittima di tutti coloro che le stanno attorno, sempre pronti ad approfittare subdolamente di lei: è di questa natura il rapporto con il marito, con l'amico medico, addirittura con l'amica del cuore, che parte con le migliori intenzioni, ma sparisce quando la sua vita le presenta nuove opportunità... A Nora resta soltanto la fuga: non un abbandono del tetto coniugale eroico e provocatorio, ma una fuga piena di fragilità, mossa dall'istinto di sopravvivere.
Nell'assumere contorni semplici, quotidiani, la storia rivista da Moscato riceve, anche ai nostri occhi, una verità lancinante, denuncia solitudini, durezze, disperazioni che appartengono alle ombre della nostra vita.
Accanto all'acuta chiave drammaturgica, impreziosisce il lavoro anche la precisa, sensibile interpretazione di tutta la compagnia, composta nella sua interezza da elementi ottimi. Accanto a Lunetta Savino, nota al grande pubblico per le sue prove cinematografiche e televisive (da Un medico in famiglia al recente Raccontami al fianco di Massimo Ghini) ma di accuratissima formazione teatrale, daranno vita a palpitanti figure Paolo Bessegato (il marito), Salvatore Landolina (l'uomo), Carlina Torta (l'amica), Riccardo Zinna (il dottore) e Rei Ota (Pony Express).
Hanno collaborato all'allestimento con Leo Muscato - che cura drammaturgia e regia - Antonio Panzuto per le scene, Federica Sala per i costumi, Alessandro Verazzi per il disegno luci.