Das Kammerspiel, monologo sull'Olocausto

Notizia inserita il 25/03/2011

"Das Kammerspiel, monologo sull'Olocausto del contemporaneo Daniel Call riporta sul palcoscenico della Sala Bartoli Daniela Giovanetti, diretta in quest'occasione da Paolo Emilio Landi. Lo spettacolo debutta martedì 29 marzo e replica per il cartellone altripercorsi dello Stabile regionale fino a domenica 3 aprile".

Daniela Giovanetti ha intessuto - con la drammaturgia contemporanea - un rapporto importante: è un'attrice ricettiva e sensibile, minuziosa ma anche capace di appassionarsi istintivamente e con generosità ai progetti e ai personaggi...

Al pubblico di Trieste lo ha dimostrato molte volte, conquistando le platee in ruoli classici, ma in particolare - e con grande intensità - in lavori d'autori viventi, di cui sa percepire le complessità e le contraddizioni.

Ritorna alla Sala Bartoli, dal 29 marzo al 3 aprile, con Das Kammerspiel un nuovo monologo di Daniel Call, autore poco noto nel nostro paese ma celebre in Germania, dove è nato e ha compiuto studi in materia di teatro, affermandosi poi come drammaturgo e regista.

È considerato uno degli scrittori più importanti della sua generazione e diverse delle sue opere sono state tradotte e rappresentate in varie lingue. Das Kammerspiel, già presentato in Germania al teatro di Reutlingen, è in questa edizione alla sua prima apparizione italiana: dopo il debutto a Rovereto, in occasione del Giorno della Memoria, viene rappresentato a Trieste, nell'ambito del cartellone altripercorsi dello Stabile regionale.

La messa in scena è prodotta dall'Associazione Culturale Retablo, e diretta da Paolo Emilio Landi, regista che a livello nazionale ha al suo attivo importanti servizi e trasmissioni televisive (Protestantesimo) e che è molto attivo all'estero, negli Stati Uniti e in Russia dove ha firmato numerosi spettacoli fra cui una premiata Filumena Maturano.

In Das Kammerspiel Daniel Call parla dell'Olocausto. È il racconto di una donna che è sopravvissuta all'orrore dei lager, ma a durissimo prezzo, perdendovi sia il marito che il figlio. Come è accaduto davvero a molti fra coloro che sono "ritornati" alla vita normale (e come testimonia anche lo stesso Primo Levi, nei suoi scritti e con la sua stessa esistenza) questa donna è percorsa non solo dal dolore, dallo spaesamento, dall'incredulità che sono le più naturali reazioni ad un'esperienza tanto crudele come quella del campo di sterminio, ma anche da una lacerante inquietudine, un senso di colpa verso coloro che non ce l'hanno fatta. Appare assurdo agli occhi di chi conosce questa tragedia da fuori, dalle testimonianze, dai documentari o dai libri di storia, ma è anche questo sentimento a torturare i già troppo tormentati animi dei sopravvissuti.

Le parole della protagonista ci trasmettono questo dolore, questi contrasti interiori, assieme alla traccia indelebile che la violenza lascia nell'animo di chi ne è stato vittima. E assieme alla cupa ansietà che lascia per sempre nel cuore il ricordo dei comportamenti degradanti e non dignitosi a cui si è stati costretti.

Salva, emigrata in America, tenta con le sue parole di porre una fragile barriera all'orrore, alla tragedia: ironia, sarcasmo, concretezza, sono le sue armi. Ma la battaglia è impari perché la memoria del passato lontano e di quello recente si intrecciano in un continuum presente in cui convivono gli Stati Uniti degli anni Cinquanta e il ghetto in di Lodz, Heinrich Himmler e Marylin Monroe. La ferita aperta del sopravvissuto raccontata da una donna semplice e di carattere per cui il passato è ineluttabilmente presente.

Prodotto da Associazione Culturale Retablo con l'impianto scenico di Eros Naldi e diretto da Paolo Emilio Landi, Das Kammerspiel replica alle ore 21 alla Sala Bartoli da martedì 29 marzo a sabato 2 aprile: domenica 3 la recita è pomeridiana con inizio alle ore 17. Lo spettacolo sostituisce per gli abbonati L'oscura immensità della morte, cancellato in tutto il territorio nazionale dalla stessa produzione.

La Stagione 2010-2011 del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia va in scena grazie al sostegno della Fondazione CRTrieste.

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