Indemoniate

Notizia inserita il 29/10/2009

"Indemoniate di Carlo Tolazzi e Giuliana Musso produzione del Teatro Club Udine e dello Stabile regionale ritorna in scena alla Sala Bartoli il 30 e 31 ottobre: lo spettacolo s'incentra sull'enigmatica vicenda delle "indemoniate" di Verzegnis. La regia è firmata da Massimo Somaglino, a capo di un preparatissimo cast di interpreti".

Indemoniate ritorna in scena alla Sala Bartoli per solo due giorni venerdì 30 e sabato 31 ottobre, nell'ambito della ripresa della tournée dello spettacolo, prodotto dal Teatro Club di Udine e dallo Stabile regionale e accolto fin dal 2007 con considerevole successo in tutta Italia.

Indemoniate pone in luce il misterioso episodio di "isterodemonopatia collettiva" che a fine Ottocento colpì molte donne del paesino carnico di Verzegnis.

Il lavoro, supportato dalla originale drammaturgia a quattro mani firmata da Giuliana Musso e Carlo Tolazzi, vede in scena un sestetto di espertissimi attori: Sandra Cosatto (la madre, Maddalena Vidusson), Marta Cuscunà (Margherita Vidusson), Fabiano Fantini (il parroco, Don Giovanni), Michele Polo (il dottor Franzolini), Federico Scridel (il matto), Marco Rogante e Massimo Somaglino (il sindaco di Verzegnis/un medico), quest'ultimo anche responsabile della regia. Un folto cast, cui si aggiungono anche l'apporto di Belinda De Vito, per i costumi e gli elementi di scena, di Claudio Parrino (per le musiche e il disegno luci) e di Marta Bevilacqua (per la consulenza coreografica).

Nello spettacolo compiuto, vi è la ricaduta dei tanti strati e spunti raccolti intorno alla enigmatica vicenda delle "indemoniate" di Verzegnis. Al centro del testo è infatti il clamoroso caso di possessione collettiva femminile che perturbò la piccola comunità carnica di Verzegnis per un anno, dal 1878 al 1879, e si esaurì solo in virtù del draconiano intervento delle forze dell'ordine e del successivo internamento coatto nel manicomio di Udine di 17 donne.

Che fosse una forma di protesta verso la miseria che attanagliava il popolo in quegli anni, o una emersione di strati profondi della psiche collettiva, un sintomo di malessere femminile o un caso di istintiva anarchia, di fatto l'episodio sollecita e chiama in causa approcci pluridisciplinari - storico, antropologico, religioso, politico - e , come tale, dopo un primo studio pionieristico del 1989 di Luciana Borsatti (riedito nel 2002), ha suggestionato anche lo scrittore-giornalista triestino Pietro Spirito, che sul fatto ha costruito un affascinante romanzo, e ha ispirato un video-documentario del regista Giampaolo Penco.

Da ultimo, con la forza di una originale rilettura, giunge ora questo spettacolo, con cui si ridanno corpo e voce a una storia oscura di donne che, negate per secoli alla parola, hanno trovato lo sfogo per l'espressione di sé nel deliquio e in una perturbante fisicità.

Ma intorno a loro, e sopra di loro, vigilava il potere, che - come ogni potere, in ogni tempo -al di là dello sbigottimento iniziale e degli scontri interni di competenze e autorità, si è poi chiuso a riccio e ha ribadito la propria necessità, o la propria impotenza, con la sola forza della repressione. Una storia dunque che, per i suoi tanti aspetti prismatici, suscettibili di confronti anche con il nostro presente, si presta all'urgenza della conoscenza.

«Nei conflitti di potere dell'era moderna il demonio ha sempre trovato ottimo terreno di pascolo. Se già Goethe vedeva il demoniaco nella figura di Napoleone, il potere fatto persona, e Max Weber ricordava l'uscita dei demoni dalle loro caverne per prendere in mano il mondo dei mezzi razionali, la storia della modernità è costellata da rappresentazioni demoniache dei conflitti di potere» scrive Pietro Spirito a proposito dell'episodio di Verzegnis. « (...) Quando, una decina di anni fa, un amico mi raccontò dei ritrovamenti del 1980 nel cimitero di Verzegnis ricordando per sommi capi lo straordinario caso delle indemoniate - aggiunge - in Italia era in atto uno scontro di potere fra governo e magistratura fra i più virulenti nella recente storia della repubblica. In una sorta di sovrapposizione metaforica delle due vicende non riuscii a non vedere il significato ultimo, la morale se vogliamo, di queste realtà: quando i poteri lottano per sé stessi oscurando ogni attribuzione di senso alla vita, il diavolo trova sempre modo di manifestarsi. E a farne le spese sono gli anelli più deboli della società».

L'argomento, e dunque lo spettacolo, offrono perciò piani di lettura plurimi, che riverberano un gioco, coinvolgente e attualissimo per il pubblico, di riflessioni e chiaroscuri tra ragione e follia, potere ed emersione anarchica del profondo, cosmos e caos.

Costruito attraverso l'originale e impegnativo percorso laboratoriale, lo spettacolo porta il segno di tale genesi particolare, in cui hanno trovato convergenza gli apporti di attori, esperti, drammaturghi, ognuno coinvolto per il suo apporto specifico nel fine condiviso di una sorta di scrittura scenica partecipata e nutrita della verifica pratica della messa in scena nello spazio.

In scena alla Sala Bartoli il 30 e 31 ottobre alle ore 21 novembre, Indemoniate di Carlo Tolazzi e Giuliana Musso, per la regia di Massimo Somaglino è un appuntamento di grande suggestione,: biglietti sono ancora disponibili presso i consueti punti vendita dello stabile e sullo spettacolo "fuori abbonamento" si possono spendere anche le "stelle". Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.

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