Maximilian, il Principe di Miramare

Notizia inserita il 5/02/2010

"MAXIMILIAN, IL PRINCIPE DI MIRAMARE": IL NUOVO MUSICAL DI EDDA VIDIZ, CON MUSICHE DI UMBERTO LUPI E REGIA DI ANDREA BINETTI, PRESENTATO IN MUNICIPIO.

LO SPETTACOLO ANDRÀ IN SCENA, IN PRIMA ASSOLUTA, ALL'AUDITORIUM DEL MUSEO REVOLTELLA DI TRIESTE, CON INGRESSO LIBERO, SABATO SERA, 6 FEBBRAIO (ORE 20.30) E DOMENICA 7 POMERIGGIO (ORE 16.30)

Andrà in scena in prima assoluta sabato 6 febbraio alle ore 20.30, e domenica 7 alle ore 16.30, all'Auditorium del Museo Revoltella di Trieste (via Diaz 27), il nuovo musical "Maximilian, il Principe di Miramare", ideato dall'Associazione Tredici Casade, che da anni ormai opera per la riscoperta e la valorizzazione degli aspetti culturali tradizionali del capoluogo giuliano, e quindi, su libretto di Edda Vidiz, musicato e interpretato da alcuni dei più noti artisti triestini che hanno inteso, con grande entusiasmo, riportare alla ribalta la figura dell'Arciduca Massimiliano d'Asburgo, personaggio storico legato in misura rilevante alla città di Trieste.

Lo spettacolo, realizzato nell'ambito del progetto "L'enigma dei Ranfi e altre rivisitazioni storiche triestine" con il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con la collaborazione del Comune di Trieste, e al quale si potrà accedere con ingresso libero nei limiti della capienza della sala, è stato presentato stamane in Municipio nel corso di una conferenza stampa cui hanno presenziato il consigliere comunale e presidente della Commissione Cultura della Regione Piero Camber, anche in rappresentanza dell'Assessore comunale Massimo Greco, il presidente delle "Tredici Casade" Antonio Vidiz, il cantante e attore Andrea Binetti, il musicista Umberto Lupi, stavolta anche nella veste di attore, e la librettista Edda Vidiz.

In apertura, il consigliere Camber ha messo in evidenza "l'opportunità di una realizzazione come questa, di un musical cioè che ha il pregio di narrare efficacemente, in termini "leggeri" ma non per questo meno precisi, un "passaggio" importante della nostra storia, e ciò sulla base di un libretto scorrevole, veloce e perciò sicuramente gradevole". "Uno spettacolo che adesso inaugureremo - ha detto ancora Camber - ma che già mostra di avere tutte le qualità per porsi in prospettiva come un "caposaldo", un "punto fermo" nel novero delle rappresentazioni che vogliono descrivere e riproporre la nostra storia locale; e come tale disponibile e adeguato anche a essere "esportato" e presentato pure oltre i confini della nostra provincia."

Concetti questi ripresi da Andrea Binetti, qui anche in veste di regista, che ha parlato di "un progetto bellissimo, in cui crediamo molto e che potrebbe davvero divenire "lo" spettacolo per eccellenza rappresentativo delle vicende di una città che è grande - ha rimarcato l'artista - e che deve tornare a saper pensare in grande". Binetti ha ancora rivendicato la grande precisione storica su cui lo spettacolo si basa, segnalando infine la possibilità che da esso possa di seguito derivare un filmato.

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Il musical che portiamo in scena per la prima volta all'Auditorium del Revoltella - ha spiegato per parte sua Edda Vidiz - rappresenta solo una parte di un più complesso ed elaborato progetto che si propone quale oggetto di grande richiamo turistico e culturale per la città di Trieste: un progetto che intende valorizzare la storia triestina in uno dei momenti del suo massimo fulgore, cioè nella seconda metà del XIX secolo, pur attraverso la rivisitazione di una tragedia quale fu la sfortunata vicenda dell'Arciduca Massimiliano d'Asburgo, dal suo arrivo a Trieste fino alla fucilazione in Messico. Vorremmo infatti - ha detto la Vidiz - che la rievocazione musicale diventasse un vero e proprio "evento", da riproporsi annualmente e da integrare con un corollario di mostre, visite museali, concerti, convegni, potendo diventare una manifestazione di grande richiamo, che riporterebbe alla ribalta un personaggio rimasto in ombra nel corso del XX secolo, ma che invece resta, per molti aspetti, tuttora moderno, interessante e attuale".

"Anche la scelta del "palcoscenico" del Museo Revoltella in fine non è casuale - ha concluso Edda Vidiz -: Massimiliano era infatti grande amico del Barone Pasquale Revoltella e molte volte fu ospite di questo palazzo, poi divenuto sede museale. Oggi perciò simbolicamente proprio qui nuovamente accogliamo questa figura di per sé bellissima ed elevata di Principe che tanto fece per Trieste e che a Trieste volle bene, con la speranza che possa "farci visita" sempre più assiduamente."

Al termine, il presidente dell'Associazione "Tredici Casade" Antonio Vidiz ha voluto ringraziare il consigliere Camber, la Regione e il Comune di Trieste per l'attenzione dimostrata e per il sensibile supporto all'iniziativa.

Lo spettacolo - come detto - si svolge nell'arco di tempo che intercorre tra la "scoperta" della baia di "Punta Grignani" da parte di Massimiliano nel 1855 e alla decisione di costruirvi un Castello fino alla tragica fine in Messico nel 1867.

Il pubblico viene guidato nella vicenda attraverso la narrazione della "memoria del castello" col supporto della voce narrante dell'attore Francesco Gusmitta. Lo svolgersi della storia è correlato a dipinti e foto d'epoca estrapolati principalmente dal catalogo scientifico "Il Museo Storico del Castello di Miramare" e da altre fonti bibliografiche.

Gli artisti in scena interpretano in questa edizione i personaggi principali della triste vicenda: Massimiliano (Andrea Binetti), Carlotta (Deborah Duse), Napoleone III (Umberto Lupi), Maria Amalia di Braganza (Paola Camber), la Sirena Miramar (Elena Centrone).

Le musiche sono di Umberto Lupi.

Da rilevare la scelta per queste rappresentazioni inaugurali di due orari volutamente differenziati, sabato sera e domenica pomeriggio, proprio per agevolare - assieme all'ingresso gratuito - la partecipazione di ogni tipo di pubblico.

La storia

In una sera d'autunno il bragozzo di guerra "Madonna della Salute" è costretto a trovare riparo, a causa di un improvviso levarsi di bora, nell'insenatura di Punta Grignani. La tempesta non è casuale, bensì evocata dalla Sirena Miramar decisa a impadronirsi del cuore del Principe, ma l'incantesimo fallisce. Dimentico degli eventi della notte Massimiliano scende a terra dove, incantato dalla bellezza del luogo, incarica l'architetto Junker di costruire un Castello che, seppur immemore del suo incontro con la Sirena, Massimiliano chiamerà Miramar.

Nel frattempo il Principe viene inviato dal fratello, l'Imperatore Francesco Giuseppe, quale ambasciatore in Francia, al fine di distrarre l'Imperatore Napoleone III dalle sue simpatie verso i piemontesi, e poi in Belgio per fargli incontrare Carlotta, la figlia del re Leopoldo. Carlotta si innamora del bel principe e i due giovani convolano a nozze acclamati dai regnanti d'Europa.

Massimiliano assume la carica di Governatore del Lombardo Veneto ma, a causa delle sue idee troppo liberali, l'Imperatore lo destituisce in breve tempo con grande dispiacere dei due sposi, che si ritirano nel Castello di Miramar. Qui Carlotta incomincia a dare segni di insofferenza, rattristata dall'idea di ricevere scarse attenzioni dall'amatissimo sposo.

Per consolare il fratello della perdita del Governatorato, Francesco Giuseppe lo nomina ambasciatore presso don Pedro II, Imperatore del Brasile. Durante la sosta a Madera il Principe è pervaso dal ricordo del suo grande amore per la cugina Amalia di Braganza, figlia di don Pedro, morta di "mal sottile" a vent'anni proprio in quella splendida isola.

Don Pedro gli preannuncia che, proprio lui, potrebbe ricevere un'offerta da parte di Napoleone III - il quale ha invaso tutto il Messico - quale Imperatore di quella nazione, ma Massimiliano dichiara di non essere assolutamente disponibile.

Nel frattempo il fuoriuscito messicano Gutierrez de Estrada sta cercando per tutta l'Europa un principe cattolico disposto ad accettare quella traballante corona, che viene effettivamente offerta a Massimiliano, il quale non l'accetta ponendo come condizione di essere scelto da un plebiscito popolare. Napoleone III e de Estrada congegnano per ottenere il responso chiesto dal principe e finalmente una delegazione messicana si presenta il 10 aprile 1864 al Castello di Miramare annunciando a Massimiliano il favore di tutto il popolo messicano.

La coppia imperiale arriva in Messico ma, stante la fine della Guerra di Secessione negli Stati Uniti (i quali non vedono di buon grado un impero ai loro confini), ben presto tutte le grandi Potenze che prima avevano appoggiato la nomina imperiale ritirano le loro truppe mentre l'Imperatore Napoleone III viene a mancare a tutti gli impegni precedentemente assunti con Massimiliano.

I delegati delle Grandi Potenze gli consigliano di abdicare, ma l'Imperatore, vuoi per orgoglio vuoi per lealtà verso le proprie truppe, rifiuta di lasciare il trono e di abbandonare il Messico, paese che ha imparato ad amare. Nel momento del pericolo la coppia imperiale si ritrova unita più che mai e l'intrepida Carlotta ritorna in Europa per un disperato tentativo di ricevere aiuto dal Papa e dai potenti del Vecchio Mondo.

La situazione precipita. Benito Juarez, capo degli insorti messicani, sta vincendo su tutti i fronti e la vita di Massimiliano è in pericolo. I delegati preparano la sua fuga, ma lui non è un codardo e all'ultimo momento rifiuta di abbandonare i suoi soldati.

Intanto in Europa, durante l'udienza ottenuta dal Papa, Carlotta dà i primi segni di pazzia. Massimiliano ne viene informato e cade in una profonda depressione. Città del Messico non è più sicura. Con le ultime truppe fedeli l'Imperatore si ritira a Queretaro, dove un traditore apre le porte della città e lui, per evitare altro spargimento di sangue, si arrende consegnando la sua spada al generale nemico Escobedo. Accusato di alto tradimento viene condannato alla pena capitale, assieme ai due fedeli generali Menìja e Miramòn.

A nulla valgono le richieste di grazia inviate da parte di tutte le Grandi Nazioni, Benito Juarez è irremovibile. Di lì a poco, davanti al plotone d'esecuzione, Massimiliano schiude le falde della sua marsina e indica il cuore: a 35 anni non ancora compiuti.

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