Sala Bartoli: 'Dollìrio'

Notizia inserita il 18/02/2008

"Nino Romeo è fra i più interessanti autori contemporanei italiani: alla Sala Bartoli per il cartellone altripercorsi presenta Dollìrio, spettacolo legato ai temi della mafia catanese a cui ha già dedicato interessanti lavori. D'alto livello l'interpretazione di Graziana Maniscalco. Lo spettacolo debutta il 19 e replica fino al 23 febbraio".

Dal 19 al 23 febbraio il cartellone altripercorsi dello Stabile regionale propone l'originale lavoro di uno dei più interessanti drammaturghi contemporanei, Nino Romeo. Molto particolare anche il tema su cui indagano molti dei suoi testi, quello del mondo della mafia.

«Anni fa - racconta l'autore - vidi in televisione una ragazza che aveva perso entrambi i genitori in un incidente: non riusciva a piangere, parlava a fatica, umettava di continuo le labbra, dondolava il capo, a volte scoteva il busto come fosse una pertica; furono sufficienti poche immagini per imprimere nella mia memoria lo smarrimento e la solitudine che quella ragazza si portava dentro».

Da questa figura, straziante e umanissima, è nato il personaggio di Mara, che Romeo pone al centro di Dollìrio dramma in sette scene con cui prosegue la propria indagine sulle dinamiche interne alla malavita organizzata nel catanese, che ha già avuto tappe importanti nei suoi Chiamata d'asso (che nel 1990 è stato insignito della Targa speciale della giuria al Premio Fava) e !Cucì...Cucì! (che due anni più tardi ha ottenuto lo stesso Premio Fava).

«Ma Dollìrio - precisa Romeo - non è un testo sulla mafia; è piuttosto un testo che si sviluppa all'interno di una famiglia di mafia, che tenta di auscultare i battiti di quel potere onnivoro e onnipresente, per tanti aspetti assimilabile ad un potere statuale».

Al centro di queste oscure dinamiche è proprio la ragazza angosciata e inebetita dal dolore della prima immagine: Mara. I suoi genitori sono stati uccisi, e lei, sebbene giovanissima, sola, sperduta, vuole vendetta. Si rivolge al boss del quartiere, Don Lirio (il Dollìrio del titolo): resterà al suo servizio in attesa del regolamento dei conti. Ma la parabola di Mara non si risolve qui: volitiva, coraggiosa, in venticinque anni percorre un'importante ascesa, da sguattera a padrona di casa, quando sposa il figlio di Dollìrio. Non si accontenta: diviene complice degli affari di famiglia, sempre più centrale nella gestione dei traffici illegali, addirittura imprenditrice delle loro illecite attività. Sarà Mara a gestire per conto del boss il passaggio dalla mafia di quartiere alla mafia imprenditoriale, integrata nel mondo finanziario ed economico, contigua ai poteri, primo tra tutti quello politico.

Mentre Dollìrio è sempre più minato dalla decadenza fisica, fino alla paralisi, Mara impone la propria figura di donna con crescente vigoria e volitività, in un progressivo gioco a spirale che è anche metafora della lotta tra mondo maschile e mondo femminile, ancora molto viva nella Sicilia di Romeo.

È a questo punto che conosciamo Mara: accanto alla presenza quasi del tutto muta e immobilizzata di Dollìrio (interpretato dallo stesso autore e regista), la donna percorre in un monologo toccante, cinico, emozionante la propria vita.

Le dà voce un'attrice di rara intensità, Graziana Maniscalco, che proprio per questa prova ha ottenuto lo scorso anno il Premio Inscena dell'Associazione Nazionale Critici di Teatro. Conquista la sua potente espressività e l'uso del linguaggio inventato per il suo personaggio, un eloquio in costante disequilibrio tra italiano e siciliano che, pur proponendosi d'invenzione, non rinuncia al realismo e alla crudezza che impone l'argomento trattato.

Inizialmente Mara si esprime mutuando dallo slang metropolitano dei quartieri popolari catanesi, quelli "ad alta densità mafiosa". «Nel corso della vicenda - spiega Romeo - assume il linguaggio verbale ed extraverbale, e la logica, di quel potere di cui diviene parte, sino a gestirne i mutamenti e gli adattamenti relazionali. Il finale non prevede alcun pentimento né ravvedimento: in Mara prevalgono, progressivamente, smarrimento e dislocazione, da lei stessa confermati, e racchiusi nella frase "io ho fondato la mia causa sul nulla"».

Anche lo spettacolo - sebbene provvisto di un forte impianto narrativo - si astiene da intenti apertamente moralistici e da una limpida sequenza cronologica per attestarsi invece nelle zone di marginalità di un "iperrealismo forzato della memoria": un racconto più personale e sentito, all'interno del quale sta al pubblico trovare un proprio punto di vista critico e attivo. In fondo è di noi che si parla, del nostro tempo, della nostra cronaca quotidiana.

Dollìrio ha le scenografie e i costumi di Umberto Naso, le musiche di Franco Lazzaro ed è prodotto dal Gruppo Iarba.

Dollìrio è in scena alla Sala Bartoli dal 19 al 23 febbraio: i posti ancora disponibili sono in vendita presso la Biglietteria del Politeama Rossetti (da martedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19) e il Ticket Point di Corso Italia (giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19) e presso Agenzia Bagolandia (via S.Marco 45, da lunedì a venerdì 9-13 e 16-19; sabato 9-12), Agenzia Pansepol (via del Monte, 2, giorni feriali 8.30-12.30, 15.30-19), Agenzia Peekabooh (Muggia, Riva De Amicis, 21, da lunedì a venerdì 9-12.30, 16-19; sabato 9-12) e presso le agenzie di Monfalcone (Agenzia Universal), Gorizia (Agenzia Appiani), San Vito al Tagliamento (Agenzia Medina Viaggi), Udine (Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine), Venezia (Agenzie IAT di Piazzale Roma, San Marco e Bookshop di Venice Pavillon), Mestre (Agenzia Felicità Viaggi), Vittorio Veneto (Agenzia Medina Viaggi) e Vicenza (Agenzia Vicenza.com) e presso le altre Agenzie del Circuito Charta presenti sul territorio nazionale (elenco sul sito del Teatro). Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito www.ilrossetti.it. e al tel. 040/3593511.

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