Un itinerario alla scoperta dei pił bei palazzi e vie di Trieste, partendo dal centro, Piazza dell'Unitą d'Italia (detta dai triestini semplicemente Piazza Unitą)
La nostra passeggiata comincia dalla piazza principale di Trieste, piazza dell’unità d’Italia, storicamente chiamata piazza Grande, un ambiente rettangolare di vaste dimensioni, chiuso su tre lati da magnifici palazzi mentre il quarto si affaccia direttamente sul mare, il cui attuale aspetto risale al diciannovesimo secolo.
Sul fondo della piazza sorge il Municipio, edificato nel 1877 da Giuseppe Bruni: esso è contraddistinto da una serie di arcate e da una torre con orologio, sopra la quale le statue di due mori, noti in città con il nome di Micheze e Jacheze, battono le ore.
Ai lati della piazza stessa sorgono edifici degni di nota: Palazzo Modello (progetto del Bruni) Casa Stratti (che ospita uno dei caffè storici della città, il Caffè degli Specchi), il Palazzo del Governo oggi sede della Prefettura, il palazzo del Lloyd Triestino (oggi sede della Presidenza della Giunta Regionale, costruito tra il 1880 e il 1883 su progetto dell’architetto H. von Ferstel per l’allora Lloyd austroungarico di navigazione a vapore; sulla facciata rappresentazioni allegoriche raffiguranti il mare e la navigazione), l’Hotel Diuchi d’Aosta di Geiringer ed il barocco Palazzo Pitteri, progettato da U. Moro nel 1790.
Nell’angolo a destra troviamo la colonna sulla cui sommità si erge la statua di Carlo VI, l’imperatore d’Austria che concesse a Trieste lo status di Porto Franco. Al centro, proprio di fronte al Municipio, vi è la “Fontana dei quattro continenti” (1751- 1754) su disegno del Mazzoleni: le statue rappresentano i 4 continenti allora conosciuti. Sulla sommità è invece rappresentata la Fama, che sovrasta Trieste, adagiata sulle rocce del Carso e attorniata dalle ricchezze frutto dei commerci.
Se da piazza Unità, seguendo le rive, prendiamo a destra, ci inoltriamo nel quartiere noto come Borgo Teresiano, il cui nome deriva dalla sua fondatrice, Maria Teresa d’Austria. Per far fronte alle accresciute necessità dei triestini, l’imperatrice fece bonificare la zona delle antiche saline e sui terreni sottratti al mare, attorno al Canal Grande (oggi più noto con il nome di Canale di Ponterosso), trafficato molo mercantile, sorse un rione completamente nuovo, di stile neoclassico. All’inizio fu abitato principalmente da mercanti e commercianti: al piano terra trovavano sistemazione i magazzini, al primo le stanze padronali, al secondo gli uffici ed al quarto le stanze dei domestici; caratteristiche abitative ancora facilmente riscontrabili, specie nei grandi portoni e negli ampi atri oltre che nelle piccole finestrelle dei sottotetti, chiaro segno che li abitava era di estrazione sociale inferiore. Il rapido sviluppo richiamo un grande numero di artisti le cui opere abbelliscono ancora oggi molti dei palazzi cittadini.
Tra i palazzi degni di nota e proseguendo la passeggiata nella direzione già indicata, va ricordato “Palazzo Carciotti”, fatto costruire dal mercante greco Demetrio Carciotti su progetto dell’architetto Matteo Pertsch, prospiciente il mare e facilmente riconoscibile dalla sua cupola azzurra e dal colonnato in facciata, oggi sede della Capitaneria di Porto.
Risalendo il canale a lato del palazzo si giunge alla chiesa di S. Antonio Taumaturgo, realizzata in stile neoclasisco dell’architetto Pietro Nobile nella prima metà dell’800. Ai tempi della sua realizzazione il canale, interrato in tempi successivi, raggiungeva la base della scalinata posta in facciata.
Scendendo nuovamente lungo la riva destra del canale si incontra la chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione, realizzata in stile neobizantino, con le sue inconfondibili cupole celesti.
Ritornando verso piazza dell’Unità attraverso parte della zona pedonale, di via Dante e via san Nicolò, si giunge in Piazza della Borsa, la cui toponomastica deriva dall’omonimo palazzo, oggi sede della Camera di Commercio, edificato su progetto del Mollari nel 1806, la cui facciata, contraddistinta da un colonnato dorico richiama quella di un tempio greco. Tra le statue allegoriche poste alla sommità, vi sono raffigurati anche la città di Trieste ed il Danubio.
A sinistra della Borsa vi è il massiccio palazzo del Tergesteo, sorto tra il 1840 ed il 1842 ad opera dell’architetto ed ingegnere triestino, ma di origine belga, F. Bruyn, progettato per fungere da centro destinato al commercio. Durante la guerra fu destinato a deposito, con conseguente deterioramento delle strutture originarie, ristrutturate soltanto negli anni ’50 e non fedelmente all’originale.
A destra della borsa vi è invece Casa Rusconi, uno dei pochi esempi di architettura barocca a Trieste.
L’intera piazza è dominata dalla statua di Leopoldo I, imperatore d’Austria.
Sempre in piazza della Borsa, vi è anche un felice esempio di Art Nouveau, ad opera di Max Fabiani, esponente di spicco del movimento artistico-archittetonico Liberty a Trieste: Casa Bartoli. La semplicità strutturale associata alla razionalità ben rispondeva alle diverse esigenze: le grandi vetrate contraddistinguono i locali commerciali, mentre la veranda con il giardino d’inverno separava la parte pubblica da quella privata. Una curiosità ancora: l’ingresso non si trova in facciata bensì in una piccola rientranza sul lato sinistro.
Attraversando la Galleria del Tergesteo, sede di eleganti negozi e di un raffinato bar, si giunge di fronte al Teatro comunale giuseppe Verdi, costruito in stile neoclassico su progetto del Pertsch, allievo del Piermarini, e dal cui più celebre Teatro alla Scala il Pertsch prese ispirazione. Attualmente all’interno del teatro ha luogo annualmente la stagione lirica nei mesi invernali ed il festival dell’operetta durante quelli estivi. Nell’autunno del 2004 è stato inaugurato, dopo lunghi restauri, il ridotto del teatro. (www.teatroverdi-trieste.com)