La Val Rosandra

Un'escursione non particolarmente pericolosa o impegnativa della durata di circa 3 ore nella Riserva naturale della Val Rosandra, di straordinario interesse faunistico e morfologico.

Val Rosandra, Trieste
Val Rosandra
Val Rosandra
Val Rosandra
Val Rosandra

La Riserva naturale della Val Rosandra, di straordinario interesse faunistico e morfologico, è situata nel comune di San Dorligo della Valle, nella zona sud - orientale della provincia di Trieste.

L’itinerario ha inizio da Bagnoli della Rosandra, facilmente raggiungibile sia in automobile che con i mezzi pubblici (linee 40, 41 e 49/ - per gli orari si rimanda al sito www.triestetrasporti.it). Durante il fine settimana l’accesso alla valle è interdetto al traffico e quindi l’automobile va necessariamente lasciata nella piazzetta di Bagnoli della Rosandra, dove, peraltro, ferma anche l’autobus.

Da Bagnoli, seguendo l’asfaltata, si raggiunge in pochi minuti l’abitato di Bagnoli Superiore: poco prima di iniziare il sentiero vero e proprio, troviamo sulla sinistra il Rifugio Premuda, gestito dal CAI di Trieste, uno dei più bassi di Italia (81 metri s.l.m.), e sede della Scuola nazionale di alpinismo “Emilio Comici”. Il rifugio offre anche possibilità di ristoro (per informazioni: 040 228147).

Alla destra si notano invece i resti dell’acquedotto romano (I sec. d.C.), l’unico, tra gli acquedotti dell’antica urbe tergestina, di cui sono state rinvenute documentazioni storiche. Esso è costituito da un canale, che con modesta pendenza e per un percorso stimato attorno ai 17 km,, approvvigionava d’acqua la città (si calcola che incanalasse giornalmente 5800 mc d’acqua).

Sulla riva opposta del torrente si erge la struttura di un vecchio mulino, funzionante fino agli anni ’30.

Il sentiero vero e proprio (segnavia n.1, ex 13), che appare quale continuazione naturale della strada asfaltata, si snoda inizialmente lungo il centro della vallata, affiancando il torrente Rosandra, unico corso d’acqua superficiale del Carso, fino a raggiungere un primo bivio da cui si diparte sulla destra il sentiero (segnavia CAI n.39) che in ripida pendenza porta la Monte Carso ed alla sorgente Bukovec. Dopo una leggera salita si giunge ad un bivio: il sentiero principale (o Sentiero dell’Amicizia) prosegue verso l’abitato di Bottazzo mentre, a destra, si inerpica il sentiero (segnavia n.25) che conduce al Cippo Comici ed alla Chiesetta di Santa Maria in Siaris (escursione più faticosa ma vivamente consigliata per la bellezza dei panorami – per la deviazione, vedi più avanti).

Scegliendo di proseguire sul sentiero principale, questo continua, più o meno pianeggiante tranne che in brevi tratti, attraverso tutto il Canalone fino a giungere in vista della cascata del Torrente Rosandra, alta circa 40 m. Normalmente ricca d’acqua (nelle pozze sottostanti durante il periodo estivo è possibile fare il bagno) è particolarmente suggestiva quando la temperatura, particolarmente rigida, ne permette il congelamento. Bellissime foto della Valle sono esposte presso il Rifugio Premuda.

Ci si inoltra quindi in un boschetto ed ai bivi che seguono si tiene sempre a sinistra (prendendo a destra si sconfina nella vicina Slovenia). Dopo una breve discesa si giunge al ponte sul torrente, passato il quale si incrocia la strada proveniente da S.Lorenzo.

A destra si raggiunge l’abitato di Bottazzo, mentre, seguendo a sinistra l’asfaltata, si risale in ripida pendenza fino al tracciato della vecchia ferrovia Trieste-Erpelle-Cosina, realizzata tra il 1885 e il 1887, e trasformata oggi in pista ciclabile. All’altezza del casello, all’incrocio tra ciclabile ed asfaltata, vale la pena ammirare il panorama sulla valle appena percorsa: il monte che si erge di fronte è il Monte Carso e si riconoscono chiaramente l’antica chiesetta di Santa Maria in Siaris e, più su, il Cippo Comici.

Prendendo a sinistra il tracciato della ciclabile si attraversano due gallerie. Circa 300 m dopo aver passato la seconda galleria, imboccare il sentiero (segnavia n.15) che scende sulla sinistra. Proseguendo lungo il sentiero si giunge ad uno spiazzo: per scendere nuovamente al Rifugio Premuda, continuare a seguire il segnavia n.15 (leggermente a destra rispetto al punto di sbocco nello spiazzo), ma, prima di cominciare l’ultimo breve tratto di discesa, vale la pena dare un’occhiata al panorama dalla vedetta di Moccò (che si raggiunge brevemente prendendo a sinistra dallo spiazzo).

Per chi volesse fare la deviazione fino al Cippo Comici: al bivio seguire il sentiero n.25 che si inerpica per uno stretto canalone. Sulla sua sinistra si innalza una parete di roccia calcarea detta il “Crinale” mentre sulla destra vi è una fitta boscaglia. Si giunge quindi ad un bivio con l’indicazione per il Cippo: prendere lo stretto sentiero sulla sinistra ed in pochi minuti si arriva allo sperone roccioso su cui è collocato il cippo commemorativo. La vista spazia su tutta la valle e in particolare sul Monte Stena. Fare attenzione se è una giornate di bora perché il vento soffia particolarmente forte.

Dal Cippo si imbocca, sulla destra, un sentiero (segnavia n.13) che scende tra roccioni e ghiaioni fino a raggiungere l’antica chiesetta di Santa Maria in Siaris, purtroppo chiusa tranne che in occasione di alcune particolari manifestazioni, e la cui edificazione si suppone anteriore al XIII secolo.

Continuando la discesa lungo il sentiero attraverso i ghiaioni ci si ricongiunge al sentiero (segnavia n.1) che da Bagnoli (a sinistra) porta a Bottazzo (a destra).

L’escursione non è particolarmente pericolosa o impegnativa, eccettuata la deviazione per il cippo che può risultare faticosa. Sono comunque consigliate calzature adatte e pantaloni lunghi per le zecche (il rischio infezione è basso ma non si sa mai!). Nella stagione estiva fare attenzione alle vipere (se non viene spaventata o infastidita, la vipera non attacca l’uomo… basta evitare di mettere le mani tra le pietraie).

Calcolare, per l’intera escursione, una durata di circa tre ore.

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